Tragedia di Lampedusa, il Papa: «Non manchi mai il soccorso»

Sarebbero più di 300 i morti, quattro i gommoni naufragati. Francesco assicura la preghiera per le vittime. Il presidente Mattarella: «Immane tragedia».

Sarebbero più di 300 i morti, quattro i gommoni naufragati. Francesco assicura la preghiera per le vittime. Il presidente Mattarella: «Immane tragedia. Grazie ai soccorritori che hanno salvato molte vite»

È l’ennesima tragedia quella verificatasi nel Mediterraneo, ai bordi delle nostre coste, non lontano dai pattugliatori della marina militare. Secondo i sopravvissuti sono oltre 330 i morti, i compagni di viaggio che non ce l’hanno fatta, strappati alla vita dalle acque che saranno la loro tomba. I gommoni naufragati sarebbero quattro, 110 i superstiti che sono arrivati a Lampedusa, soccorsi dalla Guardia Costiera e da un mercantile che navigava in zona. Al termine dell’udienza generale di mercoledì 11, il Papa ha detto di seguire «con preoccupazione le notizie giunte da Lampedusa» e ha assicurato la sua «preghiera per le vittime» incoraggiando «alla solidarietà, affinché a nessuno manchi il necessario soccorso».

Al messaggio del Papa si è aggiunto anche quello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che si è detto «colpito dalla nuova immane tragedia» per poi esprimere «apprezzamento per l’opera dei soccorritori che ha permesso di salvare molte vite». Non si è fatta aspettare la reazione della fondazione Migrantes che tramite il suo direttore, monsignor Giancarlo Perego, fa sapere che «la tragedia è figlia dell’abbandono dell’operazione Mare Nostrum. Un’operazione che doveva essere condivisa a livello europeo e consentire un canale umanitario attraverso il quale effettivamente accogliere queste persone in cerca di una protezione internazionale. Triton che l’ha sostituita dimostra di essere assolutamente insufficiente, incapace di gestire una situazione che sta crescendo».

Di fronte alla nuova strage del mare, al largo di Lampedusa, «si sente il bisogno civile e morale di alzare la voce: non è possibile che la politica e le istituzioni non riescano a dare risposte concrete ad un fenomeno prevedibile come quello di chi è costretto a fuggire da Paesi in guerra o dove regna la violenza». A lanciare l’allarme è il fondatore della Comunità di Sant‘Egidio, Andrea Riccardi: «È vero, l‘Europa deve farsi carico di ciò che accade ai suoi confini meridionali fornendo aiuto, assistenza e strumenti di soccorso. Ed è anche necessario che mobiliti tutte le sue forze civili, morali e religiose per rispondere a questa tragedia. Ma ciò non può esimere l‘Italia dal farsi carico delle proprie responsabilità: se i profughi muoiono davanti alle nostre coste, spesso davanti ai nostri occhi, non si può soltanto attendere un segnale da Bruxelles».

12 febbraio 2015