Torneo Giovanni Paolo II, il calcio che unisce
Conclusa la nona edizione, vinta dalla squadra della parrocchia ortodossa. 20 in tutto le comunità parrocchiali in campo, per un totale di quasi 100 partite disputate. Il vescovo Lojudice: «La forza è nell’essere uniti»
È della parrocchia ortodossa la squadra vincitrice della nona edizione del Torneo Interparrocchiale di Calcio a 5 “Giovanni Paolo II”. Vittoria meritatissima, 5 a 3, in finale contro la parrocchia di San Basilio nella partita giocata ieri, 11 luglio, sul campo del Dopolavoro Cotral, a Roma. Quasi cento sono state le partite disputate da aprile, che hanno visto in campo oltre 20 parrocchie. Promosso dall’Unione sportiva delle Acli di Roma, con il patrocinio del Servizio diocesano per la pastorale giovanile del Vicariato di Roma, della Regione Lazio, di Roma Capitale, del Coni Lazio e della Comunità ebraica di Roma, il torneo negli ultimi anni ha allargato le sue braccia a nuove realtà: «Abbiamo iniziato coinvolgendo le oltre 330 parrocchie della diocesi – spiega Luca Serangeli, presidente dell’Unione sportiva delle Acli di Roma -; poi ci siamo aperti alle università, alla squadra degli Ercolini, formata da ragazzi rom. Da due anni abbiamo i migranti dei Centri di accoglienza straordinaria, i ragazzi dell’Isola Solidale, detenuti a fine pena e, dall’anno scorso la comunità ebraica di Roma. È un torneo accogliente e integrativo a 360 gradi».
La serata finale ha visto in campo anche una rappresentativa della Comunità ebraica contro i ragazzi della parrocchia di San Gelasio, nella tradizionale “Partita della Pace” vinta per 7 a 4 proprio da San Gelasio. «Non appena me l’hanno proposto, ho aderito con entusiasmo – racconta Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma – e penso che come noi dovrebbero rispondere altri. Lo sport va oltre, sempre. Riesce ad abbattere barriere e pregiudizi e ci permette di vedere come stanno realmente le cose».
Riservato ai giocatori amatoriali dai 16 ai 40 anni, il torneo è già proiettato alla prossima edizione, la decima: «Stiamo già pensando a come organizzarci – spiega la presidente delle Acli provinciali di Roma Lidia Borzì – per celebrare al meglio questo importante traguardo. È una competizione dal forte spirito ecumenico che semina anticorpi positivi in una società che tende sempre più a escludere le persone. Ha un aspetto educativo e di inclusione attiva. E poi ha un altro messaggio importante: unirsi per raggiungere un unico obiettivo».
Essere cresciuti in parrocchia è il comune denominatore per i tanti attori di questa manifestazione: «Chi non ha frequentato la parrocchia? – ammette Roberto Tavani, della segreteria politica del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti -. Quest’anno come Regione abbiamo finanziato la manifestazione, dato che le Us Acli hanno vinto il bando per lo sport a inclusione sociale». E lo sport qui, su questi campi di periferia, è quello di una volta: «Il Coni deve essere presente in momenti come questi – spiega Riccardo Viola, presidente del Coni Lazio -, perché è bene ricordare che il vero spirito dello sport nasce proprio qui, dove conta ancora giocare divertendosi». Don Francesco Indelicato, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport, progetta diversi aiuti per associazioni e parroci: «Orientarsi non è semplice, avere un aiuto dal Vicariato è importante. Faremo dei corsi per gli educatori e forniremo indicazioni precise su come muoversi in tanti settori. Vogliamo che i parroci possano far riferimento a noi, per quanto riguarda l’attività dello sport in parrocchia».
A premiare i vincitori anche il vescovo Paolo Lojudice, ausiliare di Roma per il settore Sud: «È una piccola esperienza che può dare un contributo all’ecumenismo. Siamo reduci dalla visita del Papa a Bari, che ha dato un segnale fortissimo nei rapporti con il mondo ortodosso. E questa sera il caso ha voluto che a vincere sia stata proprio la parrocchia ortodossa. Tutto si rincorre, come se ci fosse un unico progetto che gira introno a questa realtà. La forza sta nell’essere uniti, il Vangelo ce lo ricorda continuamente. Ci auguriamo che anche lo sport possa dare il suo contributo».
12 luglio 2018