Torna l’appuntamento con “L’Altra Cucina”

Chef stellati in 4 carceri d’Italia, con Rinnovamento nello Spirito e Prison Fellowship,. A Rebibbia femminile in cucina Gianfranco Pascucci

Prelibatezze culinarie impiattate da chef stellati unite alla simpatia e disponibilità di numerosi personaggi dello spettacolo sono gli ingredienti de “L’Altra Cucina… per un Pranzo d’Amore”, che domani, martedì 21 dicembre, vedrà tavole raffinatamente imbandite in quattro carceri italiane. L’iniziativa, giunta all’ottava edizione, è organizzata da Prison Fellowship Italia onlus, dal Rinnovamento nello Spirito Santo – che quest’anno celebra il Giubileo d’Oro in Italia – e dalla Fondazione Alleanza del Rinnovamento. Circa 800 i detenuti che, con alcuni loro familiari, festeggeranno il Natale con un pranzo d’eccezione nella Casa circondariale femminile di Roma Rebibbia, nella Casa di reclusione Opera di Milano, nell’Istituto penale minorile di Quartucciu a Cagliari e nella Casa circondariale di Ivrea. L’evento, che lo scorso anno ha subito una brusca frenata a causa della pandemia, è stato presentato venerdì 17 dicembre nel corso di una conferenza online trasmessa dal carcere femminile di Rebibbia, istituto scelto da Papa Francesco il 2 aprile 2015, Giovedì Santo, per celebrare la Messa “in Coena Domini”, durante la quale lavò i piedi a dodici detenute e detenuti.

Quest’anno dovevano essere 8 le città italiane coinvolte «ma la ripresa dei contagi e le difficoltà subentrate in alcuni istituti hanno reso impraticabili 4 carceri», ha spiegato Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, durante l’incontro moderato dal giornalista di Tv2000 Gennaro Ferrara. “L’Altra cucina” vuole essere un gesto «di grande responsabilità civile e di chiara rilevanza spirituale e sociale», ha detto, soffermandosi sul valore dell’iniziativa che, «in un tempo che sta esaltando le diversità e che spesso non riesce ad armonizzarle o a riconciliarle, così che poi finiscono con l’entrare in confitto, in proteste, in violenza», mira a far riassaporare «“il gusto”, “il sapore” di essere veramente uomini e donne incarnati tra le piaghe dolorose di questo nostro tempo».

A Roma saranno preparati 320 pasti dallo chef Gianfranco Pascucci del ristorante “Pascucci al porticciolo” di Fiumicino. Il pranzo, segno di fratellanza e convivialità, per Alessia Rampazzi, direttore della Casa Circondariale Femminile di Roma Rebibbia, riveste un’importanza particolare «perché dimostra che la società civile non ha dimenticato la realtà delle carceri. Questa fa parte integrante del tessuto sociale» e tra le mura di un penitenziario centinaia di uomini e donne lavorano quotidianamente «per il recupero di quelle persone affidate alle loro cure». Dello stesso tenore l’intervento di Marcella Clara Reni, presidente di Prison Fellowship Italia, la quale ha sottolineato che «il carcere non è un luogo estraneo alla società ma fa parte di essa». Tra i progetti attuati negli istituti di pena, quello che «maggiormente sta a cuore» all’associazione riguarda la promozione e la divulgazione della giustizia riparativa. Reni ha quindi citato il progetto “Sicomoro”: un metodo di lavoro, della durata di 8 settimane, che si prefigge di offrire ai detenuti modelli di riabilitazione mediante l’incontro e il confronto tra questi e persone vittime di reati simili a quelli da loro perpetrati.

Per questa edizione decine di artisti hanno dato piena disponibilità per servire ai tavoli e intrattenersi con i detenuti. A Rebibbia ci saranno “I cugini di campagna”, la cantante Francesca Alotta, il vincitore di The Voice senior 2020 Erminio Sinni, gli attori Davide Paganini, Francesco Castiglione, Gigi Miseferi, Giulia Fiume, Simona Di Bella e i giornalisti Gennaro Ferrara, Maria Soave e Ilenia Petracalvina. Per Francesca Alotta e Tiziano Leonardi, tastierista de “I cugini di campagna”, è «dovere morale degli artisti, detentori di un dono», regalare momenti di gioia e ricreare un clima familiare attorno a chi vive un periodo particolare della propria vita.

“L’Altra cucina” non si ferma il 21 dicembre perché, come ha spiegato la presidente dell’associazione Wines Emanuela Scatena, partirà a breve un progetto che vuole «offrire specifiche competenze ai detenuti per creare una valida figura professionale da reintegrare nella società, in un settore, come la ristorazione, che offre concrete possibilità di impiego». Al via anche la terza edizione del progetto “Auxilium”, promosso dalla Fondazione Alleanza del Rinnovamento nello Spirito Santo, per sostenere le famiglie di detenuti in grave disagio economico e che abbiano un figlio disabile. Ad oggi sono pervenute 85 richieste, 40 delle quali sono state già selezionate: dieci in più rispetto alla precedente edizione.

20 dicembre 2021