Tor Tre Teste, la prima pietra per “la chiesa del Duemila”

Marzo 1998, la benedizione del cardinale Ruini. Il progetto di Richard Meier

«“Dio Padre Misericordioso” prima di tutto è una parrocchia, poi un segno del Giubileo». Il monito di don Gianfranco Corbino, parroco, risuona spesso a Tor Tre Teste, periferia Sud-orientale della Capitale, davanti agli 8 mila fedeli. Ancor più oggi, visto che alle 16 la prima pietra del nuovo complesso parrocchiale verrà posta e benedetta dal Cardinale Vicario Camillo Ruini.

Lungo 1 metro e 90 centimetri, largo 60 centimetri e alto 80, il blocco di pietra resterà sempre visibile ai parrocchiani. Finché non s’aprirà il cantiere, starà in un angolo nel piazzale antistante l’attuale chiesa provvisoria, che dallo scorso giugno non è più un tendone candido ma un prefabbricato dalle mura arancioni, il tetto bianco e sopra una semplice croce di ferro. A lavori avviati, la pietra finirà alla base della prima delle tre «vele» caratteristiche dell’edificio.

“Dio padre Misericordioso”, per tutti la «chiesa del Giubileo», una delle «50 chiese per Roma 2000», è frutto di un concorso internazionale bandito dal Vicariato e vinto dall’architetto americano Richard Meier. E sarà pronta per l’anno 2000, questa è la promessa. «è il simbolo del quartiere – spiega don Gianfranco – e si vede che la vicenda della chiesa è vissuta dalla gente come di fronte ad un figlio che sta crescendo».

Anche perché, all’inizio, le celebrazioni erano ospitate negli androni dei palazzi, con il bello e il cattivo tempo. «Era la nostra immagine di periferia, di una Tor Tre Teste lontana, magari temibile. Invece proprio qui – dice soddisfatta Maria Pozzuoli, 32 anni, infermiera professionale, catechista e missionaria – sorgerà questa chiesa simbolo, importante per gli altri e per noi».

Un simbolo che sa di riscatto, per un quartiere di palazzi e di spazi verdi che paiono praterie, dietro cui si aprono orizzonti metropolitani da cartolina. Ceto medio, tante famiglie giovani, parecchi bambini e i soliti problemi che affliggono le periferie di Roma: disoccupazione, tossicodipendenza e microcriminalità, legati da un perverso intreccio.

Intanto, a “Dio padre Misericordioso” comincia la Missione cittadina, Su 90 scale di palazzi nella parrocchia, sono una cinquantina i centri di ascolto preparati. La visita alle famiglie finirà a Pentecoste. In mezzo, le iniziative: adorazione notturna, il primo venerdì del mese; celebrazione della parola, ogni giovedì. A maggio verranno presentati i comunicandi e i cresimandi. E sul finire, pellegrinaggio al Santuario dell’Amore Misericordioso a Collevalenza. (di Luigi Laloni)

1 marzo 1998