Tor Sapienza, rom “ricchi” nel mirino del Comune

Nel campo di “Via Salviati” si cercano quanti, pur vivendo nei campi attrezzati, hanno depositi bancari o postali che superano i 40mila euro. Ma questi soldi in molti casi sono l’unica fonte di risparmio per nuclei di 10-15 persone. Servizio a cura dell’agenzia Amisnet

Vivono da quasi quindici anni in condizioni catastrofiche, all’interno di “Via Salviati 2”, un campo rom alla periferia di Roma tra fogne a cielo aperto e baracche abusivamente costruite per ospitare le famiglie in continua espansione. Recentemente però sono finiti nel mirino della polizia di Roma capitale che ha l’incarico di individuare i cosiddetti rom ricchi e di procedere, in caso, alla loro espulsione.

È quanto accade a Tor Sapienza, periferia est di Roma, un quartiere che da settimane è al centro delle cronache nazionali per le manifestazioni anti-immigrati dei suoi abitanti. È qui che sorge il campo “Salviati 2” nel quale i vigili di Roma Capitale stanno effettuando una serie di controlli a tappeto, consegnando ordinanze di sgombero firmate del quinto dipartimento di Roma Capitale, quello che si occupa delle politiche sociali.

Il target sono tutti quei rom che pur vivendo nei campi attrezzati della capitale hanno depositi bancari o postali che superano i 40mila euro. Questi depositi in molti casi costituiscono l’unica fonte di risparmio per nuclei di 10-15 persone e, proprio per questo motivo, sottolineano gli abitanti intervistati dall’Agenzia Amisnet, non possono essere considerati una discriminante o un criterio attendibile per l’affermazione di un diritto così importante come quello ad avere una casa.

A “Salviati 2” l’ultimo sgombero ad esempio ha riguardato una famiglia che aveva depositi postali per circa 60mila euro, che si riducono tuttavia a 4.615 euro a testa se si considera che l’intero nucleo familiare era composto da 13 persone. Una cifra che si può considerare sufficiente per il raggiungimento dello status di “ricco” e quindi l’ottenimento dell’ordinanza di sgombero? Ad aggravare la situazione il fatto che della famiglia in questione, composta per la maggior parte da cittadini italiani, facciano parte anche due persone ultra sessantenni e una donna al nono mese di gravidanza.

«Che senso ha costringere questa gente a dormire in un furgone con l’inverno alle porte?», si chiedono gli abitanti del campo. A via Salviati in questi giorni c’è molta paura. In tanti pensano che questo sia solo l’inizio e che prima di Natale tutti gli abitanti di questo campo, creato nel 2001 dall’allora sindaco Rutelli, verranno sgomberati. «Almeno ci dessero una soluzione abitativa alternativa e stabile – chiedono i portavoce della comunità -. Perché non ci danno un casolare o una vecchia fabbrica in periferia? Noi ci occuperemmo di ristrutturarla e pagheremmo anche tutte le bollette». Dal Comune di Roma, tuttavia nessuna risposta. L’assessore, il sindaco e gli uffici tecnici si trincerano dietro un muro di silenzio.

1° dicembre 2014