Tor de’ Schiavi, nuovo look per l’oratorio

Ridipinto il muro esterno con pillole del Vangelo e dei santi, messaggi di legalità. Il parroco don Mirilli: «Vogliamo rivolgerci a giovani e lontani»

Ridipinto il muro esterno con pillole del Vangelo e dei santi, messaggi di legalità. Il parroco don Mirilli: «Vogliamo rivolgerci a giovani e lontani»

“ArtOratorio” vuol dire evangelizzare attraverso l’arte. Ed è proprio questo lo scopo del rifacimento della facciata esterna dell’oratorio della parrocchia Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi. Un’opera che non ha richiesto grandi velleità artistiche e ha visto i bambini pittori per un giorno. Centinaia d’impronte di mani colorate hanno decorato tutta la parete; animatori, writers, volontari, alcuni con vero talento artistico, sono ancora all’opera, e lo saranno per i prossimi mesi, per rifinire e realizzare un’opera che darà un tocco di colore a tutto il quartiere.

Chiuso da qualche anno, l’oratorio del Santissimo Sacramento ha ripreso vita dieci mesi fa dopo l’arrivo di don Maurizio Mirilli alla guida della comunità. Ripristinati i campi da calcio, da pallavolo e da basket: a vegliare sul buon andamento delle attività oratoriali pensa la Madonna del Perdono venerata in parrocchia. Un dipinto di dieci metri di lunghezza per sei di larghezza realizzato da Francesca Ciolfi e benedetto dal cardinale Agostino Vallini in occasione della festa del Corpus Domini. Il tutto è nato dall’illuminazione notturna del rosone con l’Eucarestia che ha permesso a coloro che sono impossibilitati a uscire da casa di pregare alla presenza di Gesù.

«Anche gli anziani che abitano alle spalle della chiesa hanno chiesto di poter pregare dalle loro finestre – spiega don Maurizio -. È nata l’idea della gigantografia della Madonna del Perdono con in braccio Gesù con le braccia aperte che accoglie tutti. L’abbiamo dedicata a Papa Francesco in vista del Giubileo della Misericordia». Constatato l’apprezzamento dei parrocchiani e degli abitanti del quartiere, si è pensato di ridipingere tutto il muro di cinta esterno sostituendo le scritte offensive con messaggi di gioia, pace, amore, accoglienza.

«Facciamo parlare Gesù attraverso pillole del Vangelo e dei santi vicini ai giovani – sottolinea don Maurizio -. È a loro e a chi è lontano dalla Chiesa che vogliamo rivolgerci». “Beati gli operatori di pace”, “State boni…se potete” di San Filippo Neri, “Non abbiate paura” di Giovanni Paolo II sono solo alcuni esempi di frasi trascritte. Ma anche messaggi di legalità come “Gli uomini passano, le idee restano” di Giovanni Falcone. A chiudere questo percorso di evangelizzazione un messaggio di gioia tratto dal Vangelo di Giovanni: “Vi ho detto questo perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. (Roberta Pumpo)

6 luglio 2015