Tor Bella Monaca: bambini in strada per dire basta alla violenza

La manifestazione promossa dalla Scuola della Pace di Sant’Egidio. La responsabile Antonella Coassin: «Il quartiere non è solo spaccio e delinquenza»

Giocare al parco con gli amici e passeggiare tranquillamente tra le strade del proprio quartiere dovrebbe essere un diritto per ogni bambino. Prerogativa a volte ostacolata se si vive in un rione che fatica a scrollarsi di dosso lo stigma sociale legato alla criminalità, al traffico di droga e al degrado. Un’onta che gli abitanti di Tor Bella Monaca si portano dietro da anni. Situato alla periferia est della Capitale, il quartiere balza agli onori delle cronache solo quando si verificano fatti di violenza come la sparatoria che alle due del pomeriggio dell’8 settembre scorso ha squarciato la tranquillità di via dell’Archeologia tra i civici 74 e 90. Per dire “Basta violenza” venerdì 1° ottobre sono scesi in piazza i bambini della Scuola della Pace di Sant’Egidio che dal 2008 ha sede proprio in via dell’Archeologia. “Vogliamo la pace”, “Giù le armi”, “La pace non tace”, hanno urlato una quarantina di bambini che tre volte alla settimana si ritrovano nella struttura per giocare e frequentare il doposcuola gratuito impartito da 30 volontari, studenti delle scuole superiori appartenenti al movimento dei Giovani per la pace, legato alla Comunità di Trastevere.

“Armati” di cartelloni colorati preparati per l’occasione, i bambini hanno attraversato via dell’Archeologia e via Aspertini fino a giungere in un piccolo parco «per dire a gran voce che a Tor Bella Monaca abitano perlopiù persone per bene che vogliono solo la pace», ha detto Antonella Coassin, responsabile della Scuola della Pace del quartiere, 38 anni, più della metà trascorsi come volontaria di Sant’Egidio prendendosi cura dei più piccoli. Al suo fianco Francesca, 12 anni, che da quando era piccola frequenta il centro, riservato ai bambini e agli adolescenti dai 3 ai 13 anni. Nella Scuola ha trovato «una famiglia accogliente e tanti amici con cui parlare e confidarsi – dice -. Qui non c’è solo la delinquenza, non vogliamo tutto questo degrado, desideriamo piuttosto crescere in un quartiere dove si possa giocare tranquillamente per strada».

La Scuola rappresenta per i più piccoli un’oasi di tranquillità, «un segno bello del quartiere – prosegue la responsabile -. Vuole essere la casa aperta per tutti i giovani della zona, in particolare per quelli vittime di modelli violenti. Qui possono trovare una famiglia allargata dove crescere insieme, avendo come unici valori la solidarietà e il rispetto per l’altro».  “Ci vuole più coraggio a fare la pace che a fare la guerra”, “Viva la pace”, “La pace è amicizia”, alcuni degli slogan scritti sui cartelloni dai bambini, aiutati anche da Michela, 18 anni, residente nel quartiere e volontaria della Scuola. La manifestazione, spiega, «vuole essere un messaggio a tutta la città per dire che Tor Bella Monaca non è solo spaccio e delinquenza». Alle urne per la prima volta in occasione delle elezioni comunali, dal nuovo sindaco vorrebbe che «mettesse le periferie al centro – dice -. Ci sono bambini che hanno molti sogni e tanto potenziale ma le periferie sono tutte abbandonate a loro stesse e non viene data ai ragazzi la possibilità di esprimersi».

Accanto ai bambini hanno sfilato anche “Gli amici”, movimento della Comunità di Sant’Egidio riservato a ragazzi con disabilità. Frequentano tutti il Museo Laboratorio d’Arte Tor Bella Monaca, accanto alla Scuola della Pace, dove hanno realizzato i lavori della mostra “inclusion/exclusion”, già allestita all’Altare della Patria.

4 ottobre 2021