Toniolo unì il “Paese reale” al “Paese legale”

Sabato 24 a Milano l’incontro per ricordare l’economista a un secolo dalla morte. Truffelli (Azione Cattolica) ricorda «l’importanza di spendersi nella promozione del tessuto vivo delle realtà aggregative e organizzative»

«Ha messo in discussione l’idea di homo oeconomicus, ed è stato uno dei primi a farlo». Con queste parole il rettore dell’Università Cattolica, Franco Anelli, ha ricordato la figura di Giuseppe Toniolo, al centro di un convegno in programma, ad un secolo dalla morte, presso l’Ateneo milanese sabato prossimo, 24 novembre, sul tema “Economia e società per il bene comune. La lezione di Giuseppe Toniolo”, per iniziativa dell’Istituto Toniolo, del Comitato per il centenario 1918-2018 dell’Azione Cattolica italiana.

«Ai suoi tempi non era così scontato», ha fatto notare Anelli – durante la presentazione dell’evento, presso la sede romana dell’Azione Cattolica – riferendosi alla «deificazione del mercato» in atto già da allora. Secondo Toniolo, ha fatto notare Anelli, «per chiamare i cattolici alla politica bisognava individuare valori politici che erano loro propri, alternativi a quelli che si stavano affermando all’epoca, come il solidarismo o il ruolo dei lavoratori all’interno dell’impresa». Toniolo, ha ricordato inoltre il rettore, è stato «il motore dell’idea di università cattolica, in un’epoca in cui non solo i cattolici erano esclusi dall’attività politica, ma anche in una posizione particolarmente delicata nel panorama scientifico, dove dominavano paradigmi del tutto diversi».

Il primo problema da risolvere, quindi, era «la libertà di insegnamento, prendendo spunto da altri Paesi dove l’università cattolica si stava costituendo». In secondo luogo, ha riassunto Anelli, Toniolo si è posto «il problema della compatibilità tra la visione cristiana del mondo e l’applicazione del metodo scientifico rigoroso: La modernità delle sue intuizioni sta nel fatto che erano inattuali già ai suoi tempi, come la posizione decisamente originale del ruolo di intermediazione, proprio dell’università medievale, che l’ateneo era chiamato a svolgere», ha concluso il rettore.

Della politica ai nostri giorni ha parlato Matteo Truffelli, docente di storia delle dottrine politiche all’Università di Parma e presidente dell’Azione Cattolica: «Possiamo confrontarci sul fatto se sia in atto un ritiro dei cattolici dalla politica, ma sicuramente c’è oggi un ritiro della politica dalla vita del nostro Paese». «La lezione di Toniolo – ha spiegato Truffelli – in tempi di “non expedit”, è stata quella di spingere il Paese reale all’incontro con il Paese legale, attraverso l’impegno politico ed istituzionale. Cercare strade per ricongiungere queste due dimensioni è un tema attuale ancora oggi».

Al tema della “buona politica”, ha sottolineato Truffelli, è dedicata l’ultima sessione del convegno di sabato, in cui ci si confronterà «sulla questione della democrazia dentro una cultura di matrice cattolica», partendo dalla consapevolezza che, «al di là delle differenze, il denominatore comune è la ricerca di una società più giusta e più umana, e la necessità di confrontarsi con le concrete condizioni storiche». Tra le caratteristiche che rendono la figura di Toniolo attuale ancora oggi per i giovani, Truffelli ha citato «il senso di responsabilità nei confronti talenti – culturali, spirituali, umani, affettivi – da spendere nella società» e «l’importanza di spendersi nella promozione del tessuto vivo delle realtà aggregative e organizzative, anticorpo sano in un tempo che Papa Francesco definisce della tristezza individualista».

 

20 novembre 2018