Tiburtina, l’ex Ferrhotel nuovo centro per stranieri “transitanti”

L’ex albergo dei ferrovieri (50 stanze con 150 posti) in comodato d’uso gratuito al Comune per l’accoglienza dei rifugiati di passaggio nella Capitale

L’ex albergo dei ferrovieri (50 stanze, per un totale di 150 posti) in comodato d’uso gratuito al Comune per l’accoglienza dei rifugiati di passaggio nella Capitale

Da dormitorio per ferrovieri costretti dal loro turno a dormire fuori sede a centro di accoglienza per rifugiati: il ferrhotel della stazione Tiburtina, abbandonato da circa quattro anni, sarà presto riutilizzato per far fronte alla necessità di alloggio di migranti in transito nella Capitale. Lo hanno reso noto in una conferenza stampa tenuta ieri, martedì 30 giugno, in Campidoglio Francesca Danese, assessore alle Politiche sociali del Comune di Roma, e Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi). Secondo l’accordo siglato nei giorni scorsi da Rfi con l’assessorato alle Politiche sociali di Roma Capitale la struttura sarà concessa in comodato d’uso gratuito all’amministrazione comunale che si occuperà dei lavori di ristrutturazione necessari al nuovo utilizzo, oggi affidati all’assessorato ai Lavori pubblici. I 1.100 mq includono 50 camere e uno scantinato che sarà usato per fare mensa.

«Oggi abbiamo preso in consegna il ferrhotel e attivato una tensostruttura alla stazione Tiburtina su un terreno di FS Italiane con l’obiettivo di affrontare nuove e vecchie forme di povertà», ha affermato Danese aprendo l’incontro e sottolineando come «in pochi giorni è completamente cambiata la situazione delle persone che stazionavano davanti allo scalo di Tiburtina». Danese non ha dato una data certa per la consegna per la disponibilità del ferrhotel ma ha detto che i lavori dureranno «non meno di un mese» e costeranno circa 150mila euro. «Nel frattempo la tensostruttura sarà gestita insieme alla Croce Rossa e alle associazioni disponibili». Per quanto riguarda la futura gestione dell’ex Ferrhotel: «Mai più gestione direttae ci sarà un avviso o bando», mentre «accordi con le Asl garantiranno assistenza sanitaria» seguendo il «modello Milano» di accoglienza ai migranti in transito.

«Abbiamo aderito con entusiasmo a questa richiesta aiuto, così come facciamo non solo a Roma – ha dichiarato Gentile – poiché le stazioni sono un punto di attrazione del disagio sociale, un punto di transito obbligato per molti migranti e un gruppo grande a forte partecipazione pubblica non può ignorare questi fenomeni. Non si tratta tanto di emergenza ma di un sistema più strutturato di gestione dei bisogni sociali» ha specificato. Gentile ha sottolineato come siano 15 gli Help center che assistono i senza fissa dimora nelle stazioni e che «da maggio 2014 in un anno hanno aiutato quasi 32mila persone, che hanno richiesto oltre 400mila servizi».

Fabrizio Torella, responsabile delle attività sociali di Ferrovie dello Stato Italiane, ha evidenziato che le ferrovie sono impegnate sul tema del disagio anche per la tutela dell’utenza e che esperimenti di concessione degli spazi per l’accoglienza dei rifugiati ci sono state in passato in particolare a favore della comunità curda con l’accordo di Fsi, Unhcr e Anci, per il “Centro padre arrupe” sulla via Salaria. Torella ha sottolineato come a Roma la collaborazione del Comune abbia reso molto rapido l’accordo per il riutilizzo del Ferrhotel, avvenuto in appena 3 giorni con il coinvolgimento della prefettura. Situazioni simili che possono essere affrontate con la disponibilità di locali delle ferrovie, ma anche con l’azione degli enti locali oggi ci sono «anche a Ventimiglia, Bolzano e Trento» ha detto Torella. «Oggi le Ferrovie hanno messo a disposizione 509 stazioni impresenziate – ha aggiunto – per un valore commerciale totale di circa 100 milioni di euro».

1° luglio 2015