“This Is Us”, tra passato e presente con lo “spago” del bene

Riparte su Fox Life la quarta stagione: un racconto con il respiro della vita. Il punto d’origine: il progetto di bellezza intrapreso da un padre positivo

Fa bene vedere la serie americana This Is Us: fa venire voglia di spingere di più sull’acceleratore dell’altruismo; incoraggia a costruire relazioni autentiche con l’altro, non basate sul suo sfruttamento ma sul farsi dono per lui. Questo fanno i Pearson, i protagonisti di questo family drama la cui quarta stagione, in Italia, riparte oggi, 25 febbraio, dopo la pausa invernale, con le restanti nove puntate trasmesse sempre su Fox Life. Curano l’umanità, Jack e Rebecca Pearson, insieme ai loro figli biologici Kevin e Kate e a quello adottivo Randall. Fanno della cura degli affetti il sale di una vita che accolgono nella sua complessità, faticando, certo, attraversando un tempo di sbandamento necessario a elaborare certi dolori profondi ma reagendo sempre col grande dono di saper ricavare cose buone dalle salite e dalle discese delle loro esistenze. Un po’ come diceva il ginecologo a Rebecca e Jack nella prima puntata di This Is Us, nel 2016: «Mi piace che abbiate preso il limone più aspro che la vita possa offrire e lo abbiate trasformato in una bella limonata».

La sequenza era ambientata nel 1980, quando la giovane coppia aveva appena messo al mondo tre gemelli ma uno di questi non ce l’aveva fatta e allora Jack e Rebecca avevano deciso di adottare un bimbo di colore abbandonato, arrivato in ospedale proprio quando uno dei tre neonati aveva smesso di respirare. Ecco, dunque, la metafora dei limoni aspri e della limonata: punto di partenza, sintesi e chiave per interpretare questa serie corale e a tratti commovente, spesso ironica e sempre credibile, fondata oltre che sul tema della famiglia – centralissimo – anche sulla scelta di essere umani prima che vincenti, affermati o pieni di quattrini. Questo testimoniano i Pearson, insieme a chi si aggiunge al loro viaggio che risale dal 1980 ai giorni nostri, balzando addirittura oltre, a volte, come testimonia Kate all’inizio della quarta stagione, quando parla del figlioletto Jack nato non vedente: «Non voglio che senta la preoccupazione ma che senta la speranza», dice questa mamma da sempre in lotta col suo peso, contro un’obesità che ha reso conflittuale il suo rapporto con vestiti, oggetti e relazioni. Eppure, nonostante le sue fragilità, sempre per quella capacità dei Pearson di trasformare le avversità in occasioni di crescita, di far entrare luce nella crepa, deve essere riuscita, Kate, a costruire un mondo di bellezza intorno al piccolo Jack, che infatti vediamo adulto, nel futuro, e indipendente, attraverso un flashforward che ce lo mostra assai più forte della sua diversità, stupendo frutto vivente delle cure ricevute, di quell’amore versato quotidianamente da sua madre Kate e da suo padre Toby, in questa serie che parla di genitori che ci sono, di fratelli che ci sono e pure di amici che ci sono, come quel Miguel che aveva fatto una promessa a Jack Pearson e l’ha mantenuta dopo la sua morte.

Anche lui è parte dell’enorme puzzle di This Is Us: una miriade di piccole tessere che si raggruppano lentamente e costantemente grazie alla grande passione che questa coinvolgente serie ha per giocare con il tempo. Salta di continuo su varie linee temporali, questo racconto che possiede il respiro della vita: corre avanti e indietro divertendosi a legare passato e presente con lo spago del bene, grazie a quel progetto di bellezza intrapreso da un padre positivo come Jack Pearson nonostante il vento contrario, nonostante lo scetticismo iniziale dei genitori di Rebecca e nonostante una storia personale difficile alle spalle. Anche Jack, come ogni Pearson, è fatto di fragilità e ferite, eppure si è messo al lavoro insieme a sua moglie per insegnare ai suoi tre figli quanto bella e fertile possa la vita se riempita di amore. Ha invertito la rotta, ha iniziato a produrre energia contagiosa e ha trasformato il male conosciuto in una forza capace di impedire al suo passato di emettere condanne. Perché – ricorda This Is Us – se osserviamo il nostro vissuto con coraggio e intelligenza possiamo trasformare l’imperfezione in strumento e rendere il nostro viaggio, anche se diverso da come l’avevamo costruito a mente, ugualmente emozionante, ricco e fecondo.

25 febbraio 2020