“The Whale”, la forza del perdono

Arriva sul grande schermo l’adattamento dell’omonima opera teatrale di Samuel D. Hunter – che firma la sceneggiatura -, per la regia di Aronowsky. Il richiamo a Moby Dick e la soglia della grazia

Charlie è un professore universitario le cui lezioni si svolgono esclusivamente online. Pesa oltre 250 chili ed è ormai recluso in casa chiuso a ogni rapporto con il mondo esterno, a eccezione di Liz, amica infermiera che gli tiene compagnia e lo supporta con le poche medicine che accetta di prendere. The Whale, in italiano La balena, rimanda in modo evidente a Moby Dick, famoso romanzo di Herman Melville, diventato metafora di un protagonista simile a un cetaceo appesantito e ingombrante, impossibilitato a gestire i propri movimenti.

“The Whale” è Charlie, uomo chiuso in un corpo troppo grosso per autorizzare speranze di cambiamento. Il rapporto malsano di Charlie con il cibo diventa autodistruttivo, fino al punto di sentire venire meno i propri parametri vitali. Quando l’ultima diagnosi gli fa capire che gli resta poco tempo, Charlie decide di riallacciare i rapporti con Ellie, la figlia adolescente che non vede ormai da moltissimi anni. Scelta decisiva che cambia la sua vita.

Uscito in Italia da pochi giorni, The Whale è l’adattamento dell’omonima opera teatrale di Samuel D. Hunter, autore anche della sceneggiatura del film. Inesorabilmente chiuso in un unico ambiente (la casa), il racconto segue il faticoso trascinarsi del professore nelle varie stanze, ma sono movimenti che provocano dolore e lasciano senza fiato perché ogni passo costa a Charlie una fatica disumana. Eppure, dopo aver avviato con la figlia un dialogo di estrema difficoltà, Charlie, sia pure deformato e appesantito, trova la forza per chiedere perdono e riprendere un discorso interrotto quando l’uomo aveva lasciato moglie, casa e figlia, dichiarandosi omosessuale. Adesso, sollecitato non solo da Ellie ma anche da Thomas, giovane membro della Chiesa New Life che lo mette di fronte a stringenti istanze spirituali, Charlie capisce che davanti a lui si apre una strada nuova e che in fondo al suo buio personale può vedere la fine del tunnel da troppo tempo calato su di lui. Nella parte finale, il film si apre alla messa in scena di una moderna via crucis capace di toccare la soglia della grazia con toni di forte commozione.

In concorso alla Mostra di Venezia, The Whale era di non facile realizzazione a partire dal ruolo del protagonista. Già Leone d’oro a Venezia nel 2008 per The Wrestler, il regista Darren Aronowsky vince la scommessa di farci entrare nel privato di un uomo sconfitto dalla vita e in procinto di arrendersi. Il percorso di Charlie dalla umiliazione alla rivincita è nella forza di chiedere perdono alla figlia per i tanti errori commessi: mirabile la performance di Brendan Fraser nel difficilissimo ruolo di Charlie. Accanto a lui Sadie Sink, la figlia Ellie, e Samantha Morton, la moglie Mary. Straziante nel crudo realismo, è opera di grande forza espressiva, in grado di ipotecare la corsa ai prossimi Premi Oscar.

28 febbraio 2023