Terroristi ancora in azione a Giacarta

Dopo l’attacco a Istanbul, diverse detonazioni il 14 gennaio nel centro della Capitale indonesiana. Almeno 7 i morti. Kamikaze in un caffè Starbucks

Dopo l’attacco a Istanbul, diverse detonazioni giovedì 14 gennaio nel centro della Capitale indonesiana. Almeno 7 i morti. Kamikaze in un caffè Starbucks

In Italia erano circa le 5 di questa mattina, giovedì 14 gennaio, quando alcuni kamikaze sono entrati in azione in un caffè Starbucks nel centro di Giacarta. Altri hanno preso d’assalto un posto di polizia, armati di pistole e granate. Ancora, intorno alle 9, sempre ora italiana, nuove sparatorie sono state segnalate da alcuni giornalisti presenti nella Capitale indonesiana. A essere presa di mira, una zona commerciale, che ospita anche molti hotel di lusso, ambasciate e uffici. Secondo Al Jazeera, i morti sono almeno 7, tra cui un olandese che lavorava per le Nazioni Unite. Morti anche 4 degli attentatori, mentre altri 4 sono già stati arrestati. Gli assalitori, secondo fonti locali, sarebbero in tutto 14, alcuni dei quali asserragliati in un edificio che è sede, tra l’altro, di uffici Onu.

La maggior parte delle esplosioni sono avvenute nel centor commerciale Sarinah, molto frequentato dai turisti; lo Starbucks assaltato dai kamikaze invece si trova di fronte al teatro di Giacarta. Illesi i dipendenti mentre un cliente, hanno annunciato i responsabili della catena, è rimasto ferito. I negozi Starbucks della Capitale indonesiana restano comunque chiusi, fino a nuova comunicazione. Non distante dalla zona degli attacchi nemmeno l’ambasciata americana, che ha raggiunto tutti gli statunitensi a Giacarta, invitandoli ad evitare la zona colpita.
Il presidente indonesiano Joko Widodo ha parlato di «atti di terrorismo»: «Occorre perseguire e catturare questi uomini e la loro rete – ha detto -. Non dobbiamo avere paura». Intanto nessuna rivendicazione è ancora pervenuta per gli attacchi, i primi a Giacarta dopo quelli del 2009 agli hotel Marriott e Ritz. Nel mese di dicembre però l’azione era stata in qualche modo preannunciata dall’Isis, che aveva parlato di qualcosa che avrebbe messo l’Indonesia «sotto la luce dei riflettori». E così è stato, esattamente due giorni dopo l’attacco che ha colpito il cuore di Istanbul, in Turchia.
14 gennaio 2016