Terremoto Turchia e Siria: migliaia di famiglie ancora in rifugi temporanei

L’allarme di Save the Children: difficoltà anche a procurarsi cibo e beni essenziali. E crescono sempre di più le persone nei campi, già sovraffollati. «Il mondo deve farsi avanti»

Save the Children fa il punto della situazione, a un mese dopo i devastanti terremoti che hanno colpito Siria e Turchia, in cui hanno perso la vita più di 50mila persone e più di 100mila sono rimaste ferite. Colpite in tutto, negli episodi sismici del 6 e del 20 febbraio, 24,4 milioni di persone, tra cui 6,2 milioni di bambine e bambini. Le successive scosse di assestamento hanno causato altri sfollamenti e aggravato ulteriormente i bisogni delle comunità colpite.

A oggi, rilevano, migliaia di famiglie vivono ancora in rifugi temporanei e faticano a procurarsi cibo e altri beni essenziali. Anche a causa dell’aumento dei prezzi dei prodotti più richiesti. In alcuni distretti della Siria settentrionale fortemente colpiti dal terremoto, come Harim, Jandaris e Sheikh Al-Hadid, chiariscono, c’è una disponibilità limitata o nulla di generi alimentari di base. Nelle parole di Kathryn Achilles, direttore di Advocacy, Media e Comunicazione di Save the Children Siria, «questa è una crisi nella crisi. I terremoti hanno devastato aree in cui i bambini e le loro famiglie stavano già affrontando enormi difficoltà a causa di 12 anni di conflitto e crisi economica. La maggior parte delle famiglie che sono state colpite più duramente – aggiunge – sono già state costrette a fuggire dalle loro case più volte e hanno sopportato condizioni di vita difficili. Non c’è tempo da perdere, è fondamentale aiutarle a ricostruire le loro vite ora».

In Turchia, la maggior parte delle famiglie sfollate e rimaste senza casa a causa del terremoto – si stima che siano 2,2 milioni – in questo momento lottano per sopravvivere. «Stiamo assistendo a un numero sempre maggiore di persone che si riuniscono nei campi, già sovraffollati – afferma Ayse Kocak, responsabile di zona di Save the Children nella provincia di Hatay -. Nei pressi di Antakya, in alcuni casi, tre o quattro famiglie vivono in una sola tenda. Molti non hanno acqua pulita o strutture per lavare i vestiti. Alcune famiglie ci hanno detto che stanno lottando persino per procurarsi la farina per fare il pane – aggiunge -. Stiamo lottando contro il tempo per evitare gli impatti secondari dei terremoti. Il mondo deve farsi avanti e fornire un sostegno internazionale immediato», è il monito.

L’organizzazione, da parte sua, è impegnata sul campo fornendo assistenza urgente e salvavita, insieme ai partner locali, sia in Turchia che in Siria, dove finora ha raggiunto più di 165mila persone. In Turchia, in particolare, sta sostenendo i bambini e le loro famiglie in alcune delle province più colpite, come Hatay e Gaziantep.

6 marzo 2023