Terremoto Siria Turchia, Msf: 14 camion aiuti nel nord-ovest, ma serve più sostegno

Medici senza frontiere: gli aiuti umanitari forniti alla regione attraverso il meccanismo transfrontaliero non hanno ancora raggiunto il volume medio di prima del sisma

«Un convoglio umanitario di Medici senza frontiere (Msf), formato da 14 camion è entrato oggi, 20 febbraio, nel nord-ovest della Siria dalla Turchia attraverso il valico di frontiera di Hammam. Questo primo convoglio trasporta 1.296 tende destinate alle famiglie (di almeno cinque persone) rimaste senza casa a causa del terremoto e altrettanti kit invernali per isolarle dal freddo. Altri convogli di aiuti di Msf, con forniture mediche e non, sono previsti nei prossimi giorni». La stessa ong lo rende noto in un comunicato, a due settimane dal sisma del 6 febbraio, che ha colpito il nord della Siria e il sud della Turchia, provocando oltre 40mila vittime.

Tuttavia, «è necessario un aumento urgente del volume delle forniture per far fronte all’entità della crisi umanitaria. Nei dieci giorni successivi al terremoto, il numero di camion che hanno attraversato il confine con la Siria nord-occidentale è stato inferiore alla media del 2022. Presenti nell’area da oltre 10 anni, le équipe di Msf sono state in grado di rispondere immediatamente all’emergenza. Abbiamo svuotato le nostre scorte di emergenza in tre giorni, donando agli ospedali quasi 12 tonnellate (4mila metri cubi) di attrezzature chirurgiche e medicinali. Le nostre équipe hanno fornito supporto alle strutture sanitarie della zona fino all’esaurimento delle scorte – afferma Hakim Khaldi, capomissione della ong in Siria -. Ma non abbiamo visto alcun aiuto dall’esterno. Gli aiuti stanno arrivando in quantità trascurabili per il momento».

Le équipe di Msf, si legge ancora nel comunicato, «hanno individuato enormi bisogni insoddisfatti in termini di aiuti. L’accesso a un alloggio e a condizioni igieniche decenti non sono garantite, soprattutto se si considera che i 180mila nuovi sfollati a causa del terremoto del 6 febbraio si aggiungono ai due milioni di persone sfollate da 12 anni di guerra e che già vivono in condizioni precarie. Msf – prosegue la nota – sta attualmente fornendo assistenza e supporto medico alle persone che vivono in cinque centri di accoglienza nel nord di Idlib, offrendo cure mediche e distribuendo tende, acqua, pane, coperte, materassi ed estintori. Le attività volte a garantire la continuità dell’accesso all’assistenza sanitaria sia per le vittime del terremoto che per la popolazione in generale inizieranno la prossima settimana».

Gli aiuti umanitari forniti alla regione attraverso il meccanismo transfrontaliero, informano ancora da Msf, «non hanno ancora raggiunto il volume medio di prima del terremoto. Secondo i dati delle Nazioni Unite, cinque giorni dopo il terremoto, solo dieci camion sono entrati in Siria attraverso il valico di Bab al-Hawa, un punto di confine coordinato dalle Nazioni Unite per gli aiuti umanitari provenienti dalla vicina Turchia. Dal 6 al 17 febbraio, un totale di 178 camion carichi di aiuti forniti da sei agenzie delle Nazioni Unite hanno attraversato il nord-ovest della Siria attraverso Bab Al-Hawa e Bab Al-Salama. Nel 2022, 7.566 camion carichi di aiuti erano entrati in Siria nord-occidentale dalla Turchia, con una media di 227 camion per lo stesso periodo. Inoltre, parte dei 178 camion che hanno raggiunto la Siria nord-occidentale non facevano parte della risposta al terremoto, bensì di consegne già pianificate. Anche considerando tre giorni di chiusura delle frontiere, il volume attuale di camion corrisponde a malapena alla risposta umanitaria prima del disastro».

L’ong informa inoltre che «l’attraversamento del confine da parte del suo convoglio è stato possibile grazie al sostegno di Al Ameen, un’organizzazione non governativa siriana partner di Msf. La consegna è stata organizzata al di fuori del meccanismo umanitario transfrontaliero delle Nazioni Unite coordinato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che non copre le attrezzature logistiche». Di qui la richiesta, da parte di Msf, di «aumentare immediatamente l’assistenza alle persone colpite dal terremoto nel nord-ovest della Siria, per far fronte ai nuovi bisogni umanitari che si aggiungono a quelli già presenti nell’area. In particolare, la priorità dovrebbe essere data alla fornitura di rifugi e di attrezzature idriche e igienico-sanitarie, così come alle forniture mediche necessarie per le cure post-operatorie e per mantenere la continuità delle cure».

20 febbraio 2023