Terremoto, monsignor Boccardo: «Fidarsi di Dio anche nel buio»

L’arcivescovo di Spoleto-Norcia lo ha detto alla veglia nella giornata di digiuno «perché si calmino le forze della natura. Fiducia nella tempesta»

L’arcivescovo di Spoleto-Norcia lo ha detto alla veglia di preghiera nella giornata di digiuno «perché si calmino le forze della natura. Fiducia nella tempesta» 

«Il primo compito dei cristiani dinanzi ad una calamità è gridare a Dio e chiedergli misericordia per il popolo. La preghiera e il digiuno, poi, danno forza a quella misericordia che ogni giorno attuiamo nella nostra vita e che noi come comunità cristiana, in questo momento storico, concretizziamo con progetti di sostegno alle persone e alle zone colpite dal terremoto». Si è rivolto così, ai fedeli, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, sabato 28 gennaio nella palestra dell’Oratorio del Sacro Cuore a Spoleto, alla veglia di preghiera a conclusione della giornata di digiuno indetta «per elevare a Dio onnipotente una preghiera accorata e confidente perché si calmino le forze della natura – in particolare il terremoto».

«Gli eventi sismici di questi mesi – ha affermato il presule – possono ispirare nella gente lo stesso grido di Isaia: “Il Signore mi ha dimenticato”. Ma Gesù non è venuto per spiegarci o togliere il male e la morte, ma per prendere su di sé queste particolari situazioni, aiutandoci ad affrontarle. Un’altra domanda che sorge nelle nostre menti dopo queste infinite scosse è: quando ne usciremo e come? Dio però ci dice: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie”». Dunque, ha chiosato l’arcivescovo, «dobbiamo fidarci di lui anche nel buio degli eventi, anche quando la tempesta, che per noi in questo momento è il terremoto, sembra prendere il sopravvento».

30 gennaio 2017