Terremoto in Turchia e Siria: porte aperte nella parrocchia latina di Aleppo

Il parroco padre Karakach ha messo a disposizione i locali, offrendo bevande calde e qualcosa da mangiare. «Prioritario cercare di salvare quante più vite possibile»

«Le scosse di assestamento stanno facendo crollare anche i palazzi che erano rimasti in piedi dopo la scossa delle 4.17 e ciò rende pericoloso condurre le operazioni di soccorso». Già nella tarda mattinata di ieri, 6 febbraio, padre Joseph Bazouzou, amministratore apostolico degli armeni cattolici di Atene ma nativo di Aleppo, raccontava all’Agenzia Sir il dramma della popolazione colpita dal terremoto che ha devastato Turchia e Siria. E del dramma della popolazione parlava anche il parroco latino di Aleppo padre Bahjat Elia Karakach, che ha aperto da subito le porte ai terremotati.

Dopo la scossa principale delle 4.17 di ieri, 6 febbraio, e le più di 120 scosse di assestamento che hanno fatto tremare a lungo i due Paese, a rendere ancora più difficili i soccorsi sono il maltempo e il freddo dell’inverno. «In parrocchia – riferisce padre Bahjat – abbiamo aperto dei locali non danneggiati, offerto delle bevande calde e stiamo dando qualcosa da mangiare. Aspettiamo che i soccorsi arrivino ovunque, adesso è prioritario cercare di salvare quante più vite umane possibile tirando via le persone dalle macerie».

7 febbraio 2023