Terremoto in Turchia e Siria: «Migliaia di sfollati nei conventi»

Parla il custode di Terra Santa padre Patton. «A Damasco situazione sostanzialmente tranquilla, più grave ad Aleppo», dove vengono distribuiti 4mila pasti al giorno

Parla anzitutto delle sanzioni, il custode di Terra Santa padre Francesco Patton, in un’intervista rilasciata al sito ufficiale della Custodia. Il riferimento, naturalmente, è alla possibilità di far arrivare aiuti umanitari nella Siria devastata dal terremoto del 6 febbraio, che ha colpito anche la Turchia. «Gli Stati Uniti hanno deciso di sospendere per 180 giorni le sanzioni e questa è una cosa molto positiva – afferma -. Speriamo che l’Europa faccia altrettanto, e soprattutto che vengano sospese quelle sanzioni che vanno a impedire gli aiuti, che sono dal mio punto di vista immorali e disumane, perché colpiscono la gente comune, la popolazione civile e le fasce più deboli».

Per il francescano, si tratta di un tema che deve essere affrontato «dal punto di vista della dignità umana, della dignità della persona. Già la situazione in Siria era critica prima del terremoto: qui si vive con 50 dollari al mese, con carburante e elettricità razionati. Chi di noi resisterebbe in una situazione del genere? Chi di noi sarebbe oggi capace di stare con una o due ore di elettricità al giorno? Oppure con il pane razionato?», domanda. Quindi, racconta degli aiuti che i frati delle comunità di Damasco, Aleppo e della Valle dell’Oronte (Idlib) offrono alle vittime del terremoto. «Sono in contatto quotidianamente con tutti i frati che attualmente vivono in Siria. A Damasco la situazione è sostanzialmente tranquilla – informa -, perché la città non è stata colpita in modo forte dal terremoto, mentre più grava è ad Aleppo». Qui infatti «la furia del terremoto si è sovrapposta alla distruzione di più di dieci anni di guerra, dando il colpo di grazia a molte strutture che erano già state devastate da mortai, bombardamenti e altro. Le persone che vengono quotidianamente assistite dai nostri frati, coordinati dal padre guardiano fratel Bahjat, sono circa 4mila, dislocate tra il Terra Santa College, che attualmente è il luogo dove viene ospitata la maggior parte degli sfollati, la parrocchia dei francescani e la struttura di Er-Ram». Anche a Latakia, aggiunge, «c’è stato un bisogno immediato di ospitare persone, accolte nelle sale parrocchiali. In tutte queste città non ci si limita a dare un tetto, ma bisogna anche cercare di provvedere al cibo: soprattutto ad Aleppo, in cui vengono distribuiti 4mila pasti al giorno».

Per sostenere questo servizio, rivela ancora il padre custode, «sono in partenza per Aleppo alcuni frati». Ma per proseguire in questa missione di accoglienza dei terremotati, avverte, sarà fondamentale la raccolta fondi per la Siria attraverso due canali: quello dell’Associazione Pro Terra Sancta e quello riconducibile all’Economato della Custodia. «Gli aiuti economici e finanziari possono aiutare i frati siriani perché permettono di acquistare generi di prima necessità che sono fondamentali in questo frangente». Attraverso queste raccolte fondi – sono ancora le parole di Patton – «ognuno può fare la sua parte: i singoli privati possono supportarci nel fornire i generi di prima necessità. Certo, noi non siamo le Nazioni Unite. Quello che facciamo è una goccia nel mare, ma almeno qualche centinaio di persone può avere per il momento un tetto sopra la testa, una coperta, un pasto caldo».

16 febbraio 2023