Terremoto in Turchia e Siria: oltre 5mila le vittime

Alla prima scossa di magnitudo 7.8 ne sono seguite oltre 120 di assestamento. Almeno 43 quelle di magnitudo 4.3 o superiore; 3 di 6.0 o più, inclusa quella di 7.5 che ha colpito 95 chilometri a nord dell’epicentro del sisma principale. Il suolo dell’Anatolia si è spostato di 3 metri

I dati ufficiali parlano di oltre 5mila morti. È il bilancio del terremoto di magnitudo 7.8 che alle 4.17 del mattino (le 2.17 ora italiana) di ieri, 6 febbraio, ha colpito il sud est della Turchia e il nord della Siria, seguito da almeno 120 scosse di assestamento, come riferisce l’Agenzia turca per la gestione dei disastri e delle emergenze (Afad). Secondo l’Usgs (United States Geological Survey), che riporta solo le scosse di assestamento più significative che vengono effettivamente avvertite da coloro che si trovano nella zona del terremoto, sono state almeno 43 quelle di magnitudo 4.3 o superiore; 3 quelle che hanno misurato 6.0 o più, incluso il terremoto di magnitudo 7.5 che ha colpito 95 chilometri (59 miglia) a nord dell’epicentro del terremoto principale del mattino, mille volte più forte di quello di Amatrice del 2016 e 30 volte più forte di quello dell’Irpinia del 1980. La conseguenza: il suolo dell’Anatolia si è spostato di almeno tre metri.

Il terremoto, registrato dai sismografi di tutto il mondo, è avvenuto in una zona altamente sismica, punto d’incontro della placca Est anatolica, di quella Arabica e di quella Africana, con la prima che viene schiacciata dalla placca Arabica e spinta a ovest, verso l’Egeo. Ad attivarsi è stata una delle due grandi faglie che attraversano la Turchia, quella sud-est anatolica. Si tratta, spiega Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), di «una delle più attive nel Medio Oriente, insieme a quella del Mar Morto che attraversa Siria, Libano Israele e Giordania e che separa la placca araba da quella africana». È lungo questa faglia che i due lembi del suolo si sono spostati: nella zona di massimo movimento, aggiunge Doglioni, «è avvenuto uno spostamento di almeno tre metri». Si tratta però, chiarisce, di una prima stima: misure più precise «saranno disponibili non appena avremo i dati satellitari. Al momento abbiamo a disposizione solo modelli numerici». I dati arriveranno dalle Sentinelle del programma Copernicus, di Commissione Europea e Agenzia spaziale europea (Esa) e dalla costellazione Cosmo Sky-Med, dell’Agenzia spaziale italiana (Asi).

Complessivamente, sono state colpite dalle scosse di terremoto che si sono susseguite 10 province turche. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha parlato del più grande disastro registrato nel Paese dal 1939. «Spero che ci lasceremo alle spalle questi giorni disastrosi – ha detto in un incontro con la protezione civile turca -. Oggi è il giorno di 85 milioni di cuori in un solo battito. La stagione è l’inverno, il clima è freddo e il terremoto è avvenuto nel cuore della notte, rendendo le cose difficili – ha aggiunto -, ma tutti stanno lavorando sodo e hanno reagito nel modo più veloce possibile». Esprimendo il suo dolore e il cordoglio per le vittime, il presidente ha proclamato quindi sette giorni di lutto nazionale. Bandiere a mezz’asta fino al tramonto, in tutto il Paese, fino a domenica 12 febbraio.

I media locali intanto aggiornano sull’andamento dei soccorsi. Dopo 28 ore dal sisma, riferiscono, una donna e i suoi tre figli sono stati estratti dalle macerie di un edificio crollato nel distretto Nizip di Gaziantep, nel Sud della Turchia. Ma intorno all’edificio distrutto i parenti aspettano notizie dei loro cari ancora sotto le macerie. E dall’Italia il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani informa che l’Unità di crisi del ministero «ha rintracciato tutti gli italiani che erano nella zona del sisma. Tranne uno. Si sta cercando ancora un nostro connazionale, in Turchia per ragioni di lavoro. La Farnesina, fino ad ora, non è riuscita d entrare in contatto con lui».

7 febbraio 2023