Terremoto in Albania, Unione europea pronta a offrire assistenza

L’Alto rappresentante per la politica estera Mogherini e Stylianides, commissario per le emergenze: l’Ue è solidale. Caritas Albania: «Sapremo rialzarci in piedi»

«L’Unione europea è solidale con l’Albania ed è pronta a offrire assistenza anche attraverso il meccanismo di protezione civile». A poche ore dal sisma di questa notte – le 3.54 ora italiana – che ha colpito il Paese balcanico, sono l’Alto rappresentante per la politica estera Federica Mogherini e Christos Stylianides, commissario per le emergenze e gli aiuti umanitari, a esprimere vicinanza concreta e disponibilità operativa a nome dell’Unione europea. «Il Centro di coordinamento europeo per le risposte alle emergenze è in contatto continuo con le autorità di protezione civile dell’Albania – assicurano -. Siamo inoltre in contatto col governo» albanese al fine di «identificare i modi migliori per aiutare l’Albania in questo momento difficile».

Intanto l’Agenzia Sir raccoglie la testimonianza di padre Antonio Leuci, direttore di Caritas Albania. «Il terremoto è stato forte – riferisce il religioso rogazionista -. La gente è scesa subito per strada. Poi ci sono state altre scosse di assestamento molto forti, per cui le persone sono spaventate. Abbiamo paura. C’è poi chi ha perso familiari». L’Albania si è svegliata questa mattina in un incubo. La scossa, di magnitudo 6.5, ha colpito nella notte la costa settentrionale, vicino Durazzo. Ed è stata avvertita fino in Puglia e Basilicata. Al momento, il bilancio ufficiale delle vittime è di almeno sette morti e 150 feriti. Alla scossa ne sono seguite altre, di cui due di 5.3 e 5.4. E queste hanno gettato la popolazione nello choc.

Le città più colpite: Durazzo e Thumane, dove diversi edifici sono crollati e numerosissimi sono stati danneggiati. Ma il terremoto ha causato danni anche nelle città di Kruje, Lezhe, Tirana, Scutari, Lac, Lushnje, Fier. Il governo ha disposto la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado. Padre Leuci chiarisce che «il problema è che quando è avvenuta la prima scossa era ancora buio e quindi si pensava che si trattasse sì, di un terremoto forte ma che i danni fossero contenuti. Durazzo poi è rimasta subito senza luce», prosegue. Solo alle prime luci dell’alba «si è visto che i danni sono gravi, e non solo a Durazzo dove è stato l’epicentro ma anche nelle città vicine, dove ci sono strutture lesionate. Ci sono già i morti e tantissimi feriti, tanto che anche gli ospedali privati hanno aperto le strutture».

Caritas Albania si è attivata immediatamente, mettendosi in contatto con Caritas Italia e con Caritas Europa. Due operatori si sono già recati sul posto per fare il punto della situazione. «Collaboriamo con il ministero degli Interni – prosegue il direttore – e una prima loro richiesta è quella di assicurare il supporto alimentare nei centri di raccolta sfollati che stanno per aprire a Shijak – Durazzo, 3 centri a Tirana, 1 a Helms-Kavaje ed 1 a Lezhe. Abbiamo poi scritto a tutti i direttori delle Caritas diocesane, ai religiosi e alle parrocchie per sapere la situazione e chiedere di dare disponibilità ad accogliere le persone in difficoltà nelle proprie strutture». Nelle prossime ora infatti saranno in tanti a non poter rientrare a casa.

Segnalati danni anche a Chiese ed edifici parrocchiali. Nelle parole di padre Leuci, «dalle immagini, la situazione sembra grave. Già ci troviamo in una nazione provata, povera, con gravi difficoltà economiche e di lavoro, e il terremoto è ancora un’altra prova per questo Paese. Siamo però fiduciosi – afferma – che gli albanesi sapranno rialzarsi in piedi come abbiamo sempre fatto». I tempi della ricostruzione, in ogni caso, saranno lunghi. per sanare le ferite e ricostruire le case distrutte saranno lunghi. Per molti, prevede il direttore di Caritas Albania, «sarà un Natale nelle tende».

26 novembre 2019