Terremoto in Albania, si pensa al dopo emergenza

Mentre la terra continua a tremare, Caritas Albania è impegnata, con il sostegno di Caritas Italiana, nell’analisi del territorio e nell’organizzazione di una raccolta fondi per i primi interventi

«Le scosse continuano, in 24 ore se ne sono registrate più di 500 anche di forte intensità. La nottata è trascorsa piuttosto tranquilla. Molte persone che potevano rientrare in casa hanno preferito dormire all’aperto. Il numero delle vittime è salito a 29, purtroppo è ancora provvisorio poiché si stanno cercando alcuni dispersi». Da Tirana a fare il punto della situazione all’indomani del sisma di martedì 26 novembre è Ettore Fusaro, di Caritas Italiana, in Albania per supportare la Caritas locale in questa primissima fase di emergenza e soccorso. Ieri, 27 novembre, la giornata di lutto nazionale. Fino alla mattina di ieri, il numero dei morti era di 28, come riferito dal ministero della Difesa. I feriti sono oltre 650, 32 dei quali in condizioni gravi, e uno in stato critico. 46 le persone estratte vive dalle macerie.

«Difficile stabilire il numero dei dispersi – afferma l’operatore Caritas -; le loro ricerche sono concentrate in zone ben definite, in tre palazzi e hotel a Durazzo e in due immobili collassati a Thumana, a oltre 20 chilometri a nord della Capitale Tirana. Ma si stanno facendo tutte le opportune verifiche nelle zone colpite per altri eventuali dispersi». Intanto, «diverse le tendopoli allestite. Due le principali: nello stadio di Durazzo e nel campo sportivo di Thumana, dove vengono assistite in totale circa 1.500 persone alle quali – spiega Fusaro – forniamo supporto psicologico». Grande la gara di solidarietà: «Sono tante le famiglie che hanno trovato ospitalità da parenti e amici. Diversi hotel a Durazzo, Tirana, Valona hanno dato la loro disponibilità ad accogliere terremotati in questi giorni. Tuttavia – avverte Fusaro – restano da monitorare alcuni piccoli villaggi dove le squadre di soccorso non sono ancora arrivate. Nel frattempo con i nostri team abbiamo visitato alcune abitazioni alla periferia di Tirana. Qui ci sono 35 famiglie che hanno la casa inagibile. Ci hanno chiesto delle tende per dormire in giardino ma non sappiamo se possono farlo per motivi di sicurezza».

Ma si pensa già al dopo-emergenza. «In queste ore – le parole di Fusaro – stiamo lavorando con Caritas Albania all’analisi del territorio e all’organizzazione di una raccolta fondi per i primi interventi, anche per andare incontro alle richieste del ministero dell’Interno. Stiamo inoltre sviluppando dei programmi di aiuto che saranno operativi nei prossimi giorni, quando la fase più stretta di soccorso ed emergenza si sarà attenuata». Intanto ieri, 27 novembre, il governo albanese ha annunciato di aver proclamato lo Stato di emergenza a Tirana e Durazzo. Il premier Edi Rama ha spiegato che il provvedimento durerà per un periodo di 30 giorni. Il governo albanese intende, inoltre, chiedere donazioni dall’estero per far fronte ai gravi danni provocati dal forte sisma. Il premier ha fatto sapere che l’organizzazione di una prima conferenza di donatori è già quasi concordata con il presidente turco Recep Tayip Erdogan e con i Paesi del Medio Oriente. «Chiederemo anche all’Ue – ha detto – di poter attivare nel nostro caso il meccanismo di solidarietà. Abbiamo già il sostegno di molti Paesi. Ne parlerò con i miei colleghi europei spero, anche durante la riunione di Londra», dei leader dei Paesi membri, in programma il prossimo 3-4 dicembre. (Daniele Rocchi)

28 novembre 2019