A parlare, poche ore dopo il sisma che ha colpito l’Albania nella notte tra il 25 e il 26 novembre, quando in Italia erano le 3.54, è il segretario della Conferenza episcopale albanese Gjergj Meta, vescovo di Reshen. «Il terremoto di questa notte in Albania – riferisce all’Agenzia Sir – ha causato molti danni, anche se per il momento non disponiamo di dati ufficiali. Le scosse sono state molto forti e hanno interessato soprattutto Durazzo, Lezha, il litorale adriatico e sono state avvertite a Tirana. Sono finora accertate alcune vittime, ma ce ne potrebbero essere altre sotto le macerie.

Il presule non ha dubbi: «Dopo il terremoto del 1979 – afferma -, questa è la scossa più forte che sia stata avvertita in Albania. Quarant’anni fa il terremoto aveva colpito in particolare Scutari e aveva causato molte vittime. La popolazione è stata presa dal terrore; alcune persone, essendo notte, non hanno avuto tempo di scappare in strada». Immediata la mobilitazione. Il vescovo riferisce che «le strutture governative si sono immediatamente attivate per portare aiuto a chi è rimasto sotto le macerie e per portare in salvo i sopravvissuti. Come Chiesa locale e con la rete della Caritas – prosegue – ci stiamo attivando per andare in aiuto della popolazione, ciò è possibile anche attraverso i nostri partner internazionali fra cui Caritas Europa e altri organismi ecclesiali».

Un sostegno concreto, quello offerto dalla comunità ecclesiale albanese. «Partecipiamo a questo momento così triste nella vita del nostro Paese – ancora le parole di Meta -. La nostra preghiera e la nostra concreta vicinanza è per tutte le vittime e le loro famiglie. Esprimiamo dolore per le vite perse, cerchiamo di portare conforto e aiuto a tutti coloro che sono stati colpiti da questa disgrazia. Che Dio ci aiuti».

26 novembre 2019