Termini, blitz nel palazzo occupato da 260 famiglie di migranti africani

Operazioni nei pressi di piazza Indipendenza. Nel palazzo vivono dal 2013, dopo la strage di Lampedusa, moltissimi nuclei del Corno d’Africa

Operazioni in corso nei pressi di piazza Indipendenza. Nel palazzo vivono dal 2013, dopo la strage di Lampedusa, moltissimi nuclei familiari del Corno d’Africa. Fotosegnalamenti

A pochi giorni dal blitz al centro Baobab di via Cupa, nuovi controlli di polizia a Roma nei centri dove vivono i migranti. Da questa mattina, martedì 1° dicembre, alle 6 sono in corso le identificazioni al palazzo ex Misfra, occupato dai profughi del Corno d’Africa di piazza Indipendenza. Sette blindati hanno sbarrato da entrambi i lati l’accesso a via Curtatone, dove si trova l’ingresso del palazzo. Secondo quanto affermano gli attivisti dei movimenti per il diritto all’abitare di Roma, all’interno vivono dal 2013 circa 260 nuclei familiari.

«L’occupazione nacque all’indomani della strage di Lampedusa, nell’ambito dello “tsunami tour” – afferma Cristiano Armati, uno dei rappresentanti del movimento – mentre tutti si riempivano la bocca di parole e manifestavano solidarietà per i morti del 3 ottobre, abbiamo cercato di fare qualcosa di concreto. Si tratta di migranti, non solo eritrei ma provenienti da tutto il Corno d’Africa, che si sono uniti sulla base del bisogno, vittime da una parte del non rispetto della Convenzione di Ginevra da parte dell’Italia e dall’altra del regolamento di Dublino. In quei giorni anche il Cara di Castelnuovo di Porto era allagato e quindi si sono stabiliti qui, dove vivono da alcuni anni stabilmente con le loro famiglie». Il blitz è ancora in corso.

Roma bliz palazzo migranti 2

La testimonianza. «Sono entrati questa mattina presto mentre stavo ancora dormendo – racconta una giovane ragazza eritrea che vive nel palazzo da circa 2 anni, mediatrice culturale e volontaria al centro Baobab -. Ci hanno detto che dovevano fare un censimento. E così ci hanno chiesto i documenti. Li hanno ripresi con una telecamera e poi hanno ripreso il nostro volto. Qui dentro hanno tutti i documenti, perché per entrare bisogna essere in regola. Io ho la protezione umanitaria». Dopo il fotosegnalamento alcuni dei ragazzi sono usciti dallo stabile, mentre i controlli sono ancora in corso.

1° dicembre 2015