Tempo del Creato, lo sguardo attento al mondo

Una riflessione alla vigilia del periodo dedicato alla riflessione sull’emergenza ambientale. La necessità di approfondire e attuare le indicazioni dell’enciclica Laudato si’

Nella Lettera del Santo Padre ai sacerdoti della diocesi di Roma del 5 agosto scorso mi ha colpito tra le altre cose la conclusione: «Andiamo avanti con entusiasmo e coraggio: lavoriamo insieme tra preti e con i fratelli e sorelle laici,[…] per cercare con umiltà vie pastorali ispirate dallo Spirito, perché la consolazione del Signore arrivi davvero a tutti».

Indubbiamente la via pastorale della spiritualità ecologica è un dono dello Spirito ed è anche un percorso “nuovo” che il sensus fidei di tanti giovani in particolare, ha saputo scorgere come segno dei tempi. Lo vediamo nelle nostre parrocchie e nei nostri gruppi; i ragazzi sono da tempo in prima linea nel loro impegno per la custodia del Creato.

Ho ascoltato nelle scorse settimane alcuni amici sacerdoti dell’Emilia Romagna che mi hanno raccontato dell’alluvione di maggio; tutti erano concordi nel percepire, il bisogno, meglio forse il desiderio, dei giovani di approfondire non solo le cause ambientali e sociali di questo disastro, ma di guardare dentro più profondamente, per trovare dove era il Signore durante il mare in tempesta. Ascoltare il grido del creato, ma forse prima ancora ascoltare le grida di tanti che cercano il senso ultimo di questa vita drammatica e magnifica.

Oggi nessuno lo può negare, la creazione attorno a noi è in rovina, sotto il nostro sguardo, anzi colpita a morte proprio da noi che dovremmo esserne premurosi custodi. Ripetutamente violentata, come un animale ferito, si ribella. Il nostro antropocentrismo schizofrenico ci ha fatto credere di essere padroni, e così i mari, i monti, l’aria, l’acqua, la terra, sono diventati i nostri schiavi. È urgente una «nuova alleanza» fra l’uomo e l’universo. È urgente che l’uomo ritorni custode e servitore, affinché il gemito della Creazione non sia più di disperazione ma di speranza. È urgente inserire nella nostra catechesi ordinaria la Laudato si’.

La Chiesa, la diocesi, le parrocchie, le varie realtà ecclesiali, possono essere un segno, la sentinella che dice che è possibile, anzi è nella nostra natura, immagine di Dio, la riconciliazione anche con il Creato, perché in Cristo la riconciliazione è già cominciata. «Dio ha riconciliato a se il mondo in Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione» (2Cor5,18-20).

“Che la giustizia e la pace scorrano” è il tema per il Tempo del Creato di quest’anno – ispirato dalle parole del profeta Amos «Come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne» (5,24) – che papa Francesco ha indicato nel suo messaggio.

Riflessione, studio e preghiera sono necessari. Non possiamo però permetterci di riflettere e condividere senza uno sguardo attento al mondo che cambia e alle sollecitazioni che il Magistero ci sta con pazienza e insistenza proponendo.  Il futuro è oggi, e i temi legati all’ambiente sono connessi in modo indissolubile al tema del rispetto e della dignità di ogni persona, unico fondamento sul quale poter immaginare un futuro possibile. Riprendiamo in mano la Laudato si’; questa enciclica ci chiede il coraggio della conversione, un repentino cambio di rotta necessario e urgente per vivere nel rispetto e con attenzione la terra e chi la abita.

Vorrei anche ricordare a tutti noi, in questi tempi di “pazzia della guerra” come dice il Santo Padre, che la prima violenza è sempre quella dello sguardo e del linguaggio; tante pagine bibliche vengono alla mente; dobbiamo sempre tutti imparare ogni giorno a guardare il Creato con gli occhi misericordiosi del Padre. Fin dall’inizio della Creazione Dio vide che l’uomo era cosa molto buona!

Oltre gli sguardi ci servono anche le parole del cuore riempito di Spirito. Non la bellezza delle nostre parole o della nostra immagine, non la rilevanza delle nostre strutture, ma la bontà del nostro cuore migliora noi stessi e gli altri. Sono convinto che la sobrietà negli sguardi e nel linguaggio, la sobrietà dei piccoli gesti indicati nella Laudato si’ aiutino non poco l’efficacia della nostra azione di spiritualità ecologica. Siamo chiamati come cristiani a pronunciare non parole che vincono, ma parole che salvano. Solo queste ultime producono molto frutto.

30 agosto 2023