Teatro dell’Opera: la grande lirica torna al Circo Massimo

Aperta con “Il Trovatore” la stagione estiva nello scenario archeologico. In cartellone anche Vinicio Capossela e il gala di Roberto Bolle

Per il secondo anno consecutivo, il cartellone estivo dell’Opera di Roma trova spazio – a causa dell’emergenza sanitaria – nell’esteso scenario archeologico del Circo Massimo, tra i più grandi luoghi di spettacolo mai realizzati al mondo. Ben 1.500 metri quadrati di palcoscenico, progettato secondo le norme anti Covid, e quattro ingressi separati per il pubblico. In tutto ventisei serate, fino al 6 agosto 2021, alle quali potranno prendere parte in modo precauzionale non più di mille spettatori. Presente all’apertura della stagione, lo scorso 15 giugno, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che così ha lanciato un segnale di speranza nella direzione di una rinascita post pandemia, soprattutto per il settore dello spettacolo particolarmente penalizzato nell’ultimo anno e mezzo. «Come teatro pubblico – commenta il Sovrintendente del Costanzi, Carlo Fuortes -, con questa offerta culturale diamo il nostro contributo per accelerare il ritorno alla normalità, che non può prescindere dal bisogno di arte, cultura e socialità di tutti noi».

Teatro dell'Opera, stagione estiva al Circo Massimo, "Il Trovatore", 16 giugno 2021

Il varo della stagione è stato affidato al “Trovatore” di Verdi diretto da Daniele Gatti, per la regia di Lorenzo Mariani. Melodramma romantico, “Il Trovatore” è – con il “Rigoletto” e “La Traviata” – uno dei pannelli della cosiddetta “trilogia popolare” del compositore di Busseto. «Con “Il Trovatore” completo il mio viaggio nella trilogia popolare verdiana insieme all’Opera di Roma – racconta il maestro Gatti -, tutto realizzato durante il periodo della pandemia, e fortemente caratterizzato dalle necessità imposte da questo nostro tempo. Ho diretto “Il Trovatore” solo un’altra volta, al Festival di Salisburgo nel 2014. Con piacere quindi mi riavvicino a un’opera tra le più musicalmente ispirate della produzione centrale di Giuseppe Verdi, e che proprio per questo è anche tra le più amate da parte del pubblico».

Rappresentato per la prima volta il 19 gennaio 1853, il nuovo allestimento del lavoro verdiano avrà le scene e i costumi di William Orlandi, le luci di Vinicio Cheli, mentre i video sono firmati da Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii. Nel cast, di assoluto rilievo, spiccano Fabio Sartori, Christopher Maltman e Roberta Mantegna che, reduce del successo in “Luisa Miller” proprio al Costanzi, vestirà i panni di Leonora: «Mi dà i brividi l’idea di cantare finalmente col pubblico in presenza al Circo Massimo. Per me -è l’emozionata ammissione affidata ai social – è quasi una nuova prima volta». Dopo la prima del 15 giugno, lo spettacolo torna in scena il 19, 24 e 27 giugno, quindi il 4 e il 6 luglio.

Melodramma ancora protagonista, dal 16 luglio, con “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini nell’allestimento firmato dal regista Àlex Ollé de La Fura dels Baus per la direzione di Donato Renzetti. Il Coro del Teatro dell’Opera è istruito dal maestro Roberto Gabbiani. Debutto di rilievo per Myung-Whun Chung, che il 24 luglio – data unica – salirà per la prima volta sul podio dell’Orchestra del Lirico romano. Sua la direzione della “Messa da Requiem”, composizione sacra di Giuseppe Verdi. Scritta per la morte di Alessandro Manzoni, Verdi stesso la eseguì per la prima volta nel 1874 per commemorare lo scrittore a un anno dalla scomparsa. Torna poi “La bohème” di Giacomo Puccini. L’allestimento è quello del 2014, visto alle Terme di Caracalla, con la regia di Davide Livermore, che firma anche scene, costumi e luci.

Accompagnato dall’Orchestra Maderna, il 23 giugno Vinicio Capossela presenterà invece il progetto “Bestiario d’Amore”, ispirato all’opera che Richart de Fornival scrisse a metà del XIII secolo. «L’Amore – annota l’eclettico cantautore nella presentazione del suo lavoro – apre i cancelli allo zoo interiore che ci portiamo dentro. Attiva in noi il lupo, il coccodrillo e la sirena, ci rende parenti stretti del licantropo, del corvo e dell’asino selvaggio, ci rende credibili la fenice e l’unicorno. Insomma mette in moto e rivela un intero bestiario d’amore, perché l’innamorato è un mostro, sopraffatto dalla necessità di mostrarsi».

Immancabile, infine, la danza, che si presenta al pubblico romano con un grande classico: “Il lago dei cigni”, nella lettura firmata da Benjamin Pech. Tra i protagonisti, la stella del Bol’šoj di Mosca Semyon Chudin, che danzerà nel ruolo del principe Siegfried il 22 e il 25 giugno. E poi lui, Roberto Bolle, che porterà per la prima volta al Circo Massimo il suo gala con le figure più brillanti del panorama ballettistico mondiale, dal 13 al 15 luglio.

18 giugno 2021