Tagli al Fondo di non autosufficienza, il no delle associazioni

L’ipotesi di riduzione da 500 a 450 milioni è stata riferita dal ministro Giuliano Poletti, durante il tavolo interministeriale

L’ipotesi di riduzione da 500 a 450 milioni è stata riferita dal ministro Giuliano Poletti, durante il tavolo interministeriale

Si è andati a chiedere un incremento, ci si è trovati davanti il rischio di un ribasso: perché il governo, probabilmente, non potrà far fronte agli impegni assunti ed è quindi possibile che il Fondo nazionale per la non autosufficienza sia ridotto, tornando a 450 milioni per il 2017. Lo ha detto subito il ministro Poletti, aprendo ieri pomeriggio, 15 febbraio, la riunione il tavolo per la non autosufficienza presso il ministero del Lavoro. Il ministro ha preso però le distanze da questa eventualità, diffondendo una nota in cui promette di impegnarsi affinché il fondo non sia toccato.

«Nel corso dell’incontro – riferisce il ministero del Lavoro – sono emerse preoccupazioni sulla possibilità che il confronto tra lo Stato e le Regioni sugli assetti della finanza pubblica possa portare ad una riduzione delle risorse destinate alle politiche sociali e alla non autosufficienza». Si precisa però che «il ministro, gli assessori regionali presenti e tutti i rappresentanti delle associazioni e dei sindacati hanno convenuto sulla necessità di agire al fine di confermare la dotazione di 500 milioni del Fondo nazionale per le non autosufficienze per il 2017. Il tavolo ha inoltre espresso apprezzamento per il lavoro di monitoraggio in corso ed ha definito le tappe per giungere alla predisposizione, entro la fine dell’anno, del Piano nazionale per la non autosufficienza».

Insoddisfazione e disappunto
sono stati espressi invece dal Comitato 16 novembre, che ha reagito prontamente all’ipotesi del taglio, ricordando al ministro che il 30 novembre 2016 lo stesso comitato aveva sospeso il presidio delle persone gravemente disabili, in cambio di un incremento del fondo. Il comitato ha poi ribadito che la cifra in dotazione è già largamente inadeguata a coprire le necessità delle persone in stato di bisogno. Di qui la richiesta di incrementarlo o, in un primo momento, di elevare la quota parte spettante ai gravissimi, attualmente pari al 40%, almeno al 60%, cosa già portata avanti da diverse Regioni.

Sempre il Comitato ha poi nuovamente sollecitato «il monitoraggio allargato alle associazioni presenti al Tavolo, allo scopo di controllare e valutare l’utilizzo delle risorse del fondo da parte delle Regioni e meglio comprendere la futura distribuzione del Fondo». Amara la conclusione del Comitato: «ci è sembrato di fare un passo indietro – riferisce in una nota – Non le lacrime della Fornero, stavolta, ma il vivo dispiacere di Poletti. I disabili d’Italia e le loro famiglie, tuttavia, non possono farsi anche carico dei dispiaceri dei ministri. Il Comitato 16 Novembre continuerà a vigilare affinché non ci sia un indietreggiamento, ma si continui ad avanzare in questo percorso di miglioramento del welfare nazionale».

Critici anche i sindacati, da cui arriva una nota firmata Cgil, Cisl, Uil, Spi, Fnp e Uilp, che definiscono «inaccettabili i tagli ai fondi sociali ventilati in queste ore, tagli che lo stesso ministro Poletti e gli assessori regionali presenti hanno dichiarato di non condividere. Le organizzazioni sindacali si aspettano, quindi, che alle dichiarazioni seguano fatti ben precisi da parte del Governo e delle Regioni e che questi, insieme alle forze politiche, assumano il tema della non autosufficienza come una priorità nell’agenda del Paese».

Non sia quindi un passo indietro rispetto alla «decisione del Governo, assunta con il “decreto coesione sociale” a gennaio 2017, di incrementare il fondo sulla non autosufficienza, portando la dotazione annua a 500 milioni, ora rischia di essere azzerata. Tutto ciò è gravissimo – affermano i sindacati – considerando che le risorse stanziate erano già insufficienti per rispondere in modo adeguato ai bisogni delle persone». Infine, le organizzazioni sindacali «hanno rivendicato la presentazione della proposta di un Piano nazionale per la non autosufficienza che deve affrontare, prioritariamente, la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali, integrati con i nuovi Lea sanitari, come strumento per assicurare i diritti in tutto il Paese».

Critiche nette all’ipotesi di
riduzione del fondo sono state espresse anche da Massimo Mauro, presidente di Aisla (associazione italiana Sclerosi laterale amiotrofica): «Il Fondo non deve essere tagliato – scrive in una nota – e il Governo deve confermare lo stanziamento dei 500 milioni di euro a sostegno delle persone con Sla e dei disabili gravi, già previsto nella Legge di stabilità del dicembre 2016. Se l’impegno non verrà mantenuto – annuncia Aisla – scenderemo in piazza per protestare. La cifra di 500 milioni di euro è infatti già insufficiente per poter dare una risposta ai bisogni di tutti i malati di Sla e dei disabili gravi e non può essere ulteriormente ridotta».

 

16 febbraio 2017