Tafida, la battaglia legale si sposta a settembre

L’Alta Corte ammette il ricorso dei genitori che chiedono di portare al Gaslini la bimba, ricoverata a Londra. L’ospedale chiede lo stop alla ventilazione assistita

Se, dal punto di vista sanitario, nulla di sostanziale cambierà nelle prossime settimane, l’Alta Corte di Londra deciderà del futuro di Tafida Raqeeb nel prossimo mese di settembre. È  questo il risultato dell’udienza svoltasi il 22 luglio davanti al giudice MacDonald sulla sorte della bambina di 5 anni che dal febbraio scorso, a seguito di una grave emorragia cerebrale causata dalla rottura di un’arteria, si trova in stato di minima coscienza. Per lei i medici del London Royal Hospital, che l’hanno in cura, hanno chiesto al Tribunale la sospensione della ventilazione artificiale che le permette di restare in vita; eventualità duramente contrastata dai genitori della piccola, che alla stessa Corte hanno invece chiesto il permesso di trasferire Tafida all’ospedale Gaslini di Genova, contattato ormai un mese e mezzo fa e resosi disponibile ad accogliere la bambina.

Tecnicamente, l’udienza è servita al giudice solo per dichiarare ammissibile il ricorso dei genitori, richiesta che dunque potrà essere vagliato dalla Corte, così come quello presentato dai legali del Royal Hospital. Nel merito dunque non c’è stata alcuna decisione: il trasferimento verso Genova non è stato autorizzato ma non è stato neppure rifiutato in prima battuta, decisione che il giudice avrebbe anche potuto prendere. La scelta è stata invece quella di prendere tempo, fissare una sentenza per settembre e nel frattempo richiedere ad avvocati ed esperti che supportano le due parti in causa di preparare la documentazione a sostegno delle rispettive tesi. Da un lato c’è il tentativo di definire il “miglior interesse” del paziente a non vedersi prolungare un trattamento invasivo giudicato “futile” (con conseguente sospensione della ventilazione e morte); dall’altro lato si punta a far valere il diritto alla libertà di cura e alla libertà di scelta riguardo alla struttura sanitaria. E al Gaslini i pazienti in gravi condizioni cliniche ricevono la sospensione delle cure solo in caso di “morte cerebrale”, quadro diverso da quello della piccola ricoverata al Royal Hospital.

La battaglia legale ha mosso i primi passi. La bambina, attualmente in condizioni stabili, continuerà – fino all’udienza di settembre – a essere assistita dal ventilatore, anche se la preoccupazione dei genitori è quella che la decisione dei medici di non effettuare una tracheostomia possa esporla al rischio di infezioni, che potrebbero peggiorare la sua condizione.

24 maggio 2019