Suor Maria Bernardetta, la “madre dei sacerdoti”

Conclusa la fase diocesana dell’inchiesta sulla vita e la fama di santità della religiosa che in Argentina visse «una profonda amicizia spirituale» con il futuro Papa Francesco

Suor Maria Bernardetta dell’Immacolata era una «donna Cristocentrica», sempre disponibile verso tutti. Nutriva un amore speciale per i sacerdoti e per i seminaristi per i quali, fin da bambina, pregava e offriva sacrifici. Un’attenzione che la portò a collaborare alla formazione dei futuri presbiteri, che accoglieva con la bontà e la tenerezza di una madre, anche nella Casa di Esercizi Spirituali Sant’Ignazio di Loyola, in provincia di Buenos Aires, all’epoca in cui il provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina era padre Jorge Mario Bergoglio. Con il futuro Papa Francesco «instaurò una proficua collaborazione nonché una profonda amicizia spirituale».

Il ritratto della religiosa è stato delineato dal vicegerente della diocesi di Roma Baldo Reina, che questa mattina, 28 aprile, ha presieduto la sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità e di segni della Serva di Dio Maria Bernardetta dell’Immacolata, al secolo Adele Sesso, dell’Istituto delle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe. Nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Apostolico Lateranense erano presenti consorelle, figli spirituali e dieci tra nipoti e pronipoti della suora, morta a Roma il 12 dicembre 2001, a pochi mesi dalla creazione a cardinale di padre Bergoglio, che le amministrò l’unzione degli infermi. I funerali furono celebrati da padre Davide Carbonaro, parroco di Santa Maria in Campitelli, nella cappella della comunità delle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe in via dei Fienili. Di lei il sacerdote ricorda «la grande semplicità di cuore e l’accoglienza, soprattutto verso i sacerdoti». La nipote Carla ha messo in risalto «l’umiltà e la pazienza» della zia, che le ha insegnato «l’importanza della preghiera e l’amore verso il prossimo». Madre Gregoria Antonia Ortiz, delegata per l’Italia dell’Istituto delle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe, ricordando che la consorella era definita la “madre dei sacerdoti” auspica che tutte le suore «prendano il suo esempio e siano sempre accoglienti con i preti. Bisogna rivolgere loro maggiore attenzione tanto nelle esigenze materiali quanto in quelle spirituali».

Alla chiusura dell’inchiesta diocesana erano presenti anche il cardinale Leonardo Sandri, prefetto emerito del dicastero per le Chiese orientali, e Maria Fernanda Silva, ambasciatrice dell’Argentina presso la Santa Sede. La sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana rappresenta «un momento di gioia e di festa per tutta la Chiesa e per la diocesi di Roma», ha detto Reina prima di ripercorrere i momenti più importanti della vita della Serva di Dio. Penultima di 10 fratelli, Adele nacque a Montella (Avellino) il 15 ottobre 1918. Voleva entrare nella congregazione delle Suore Vocazioniste ma non le fu possibile essendovi già entrata la sorella Filomena. A 17 anni, desiderosa di «conoscere, amare Gesù e farsi santa», iniziò il postulandato a Roma nella Congregazione delle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe. Professò i primi voti il 19 marzo del 1938. Il successivo 5 ottobre, suor Maria Bernadetta partì in missione per l’Argentina. Svolse la sua missione in varie comunità, tra le quali quella della città di Tucumán dove professò i voti perpetui il 19 marzo 1943. Nel 1965 fu inviata negli Stati Uniti, prima in Pennsylvania e poi a Richmond, in Virginia. Nel 1979 tornò in Argentina e nella Casa di esercizi Villa Sant’Ignazio della Compagnia di Gesù la sua strada si incrociò con quella di padre Bergoglio.

L’ultimo incontro tra la religiosa e Bergoglio avvenne il 1° novembre 2001 e in quell’occasione suor Maria Bernardetta confidò alle sue consorelle la certezza che un giorno sarebbe stato eletto Papa. Il vicegerente della diocesi di Roma ha ricordato che Papa Francesco conserva un vivido ricordo della suora, della quale ha parlato in alcune occasioni. «Confidiamo vivamente che la Chiesa possa annoverarla nel numero dei beati – ha concluso il vicegerente -, indicandola al popolo cristiano, e prima di tutto all’Istituto delle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe, come esempio di via evangelica».

28 aprile 2023