Suor Lorenzina, evangelizzatrice «sognatrice e concreta»

L’ultimo saluto in San Giovanni alla salesiana che guidò l’Ufficio catechistico diocesano dal 2002 al 2008. De Donatis: «Ha letto negli sguardi di tanti l’attesa della Parola. Esempio luminoso»

La “chiamata” del Padre proprio nel giorno di Pasqua. «Gesù morto e risorto è stato il centro e il cuore della sua vita; è stato l’impegno quotidiano della sua missione di donna, di religiosa, di Figlia di Maria Ausiliatrice; di catechista e di maestra di catechesi: annunciare il Signore risorto, in una gioia incontenibile e contagiosa». Così il cardinale vicario Angelo De Donatis ha ricordato suor Lorenzina Colosi, morta il 17 aprile, prima donna a dirigere un Ufficio del Vicariato – appunto quello Catechistico, dal 2002 al 2008 -, all’omelia dei funerali presieduti questa mattina, 19 aprile, nella basilica di San Giovanni in Laterano.

«In una fedeltà propria di pochi – ha sottolineato De Donatis -, ha servito la Chiesa con una passione e con un’attualità che, anche a 93 anni, la rendeva sempre giovane. Una donna rallegrata da Dio, sognatrice e concreta come don Bosco. Un esempio luminoso della realizzazione del carisma di un grande istituto nel servizio intelligente e creativo di una Chiesa particolare». Con l’impegno nell’Ufficio Catechistico, dove suor Lorenzina ha lavorato per cinquant’anni, inizialmente come collaboratrice, dalla fine degli anni ’50, quindi come responsabile della catechesi parrocchiale, fino ad assumerne la guida nel 2002 con la responsabilità del Servizio del catecumenato che lei stessa aveva avviato. «Ha letto negli sguardi di tanti l’attesa della Parola di Dio – ha detto ancora il cardinale – e questa Parola l’ha donata attraverso un’accoglienza materna e ferma, dolce e chiara. Uno stile tutto femminile che l’ha resa madre, capace di tessere relazioni e fraternità all’interno del Vicariato e favorendo sempre la corresponsabilità».

Della lunghissima esperienza nell’Ufficio aveva voluto lasciare memoria con il libro “Frammenti di una storia. L’Ufficio catechistico di Roma”, edito da Lev nel 2013. Un lavoro prezioso anche in considerazione dell’excursus storico sulle istituzioni che ne avevano preceduto la nascita, frutto di un lungo lavoro di ricerca. «Un atto di omaggio verso tutti coloro che, nella diocesi di Roma, hanno lavorato alla catechesi in questi anni, silenziosamente e generosamente, e che, con il loro lavoro, hanno contribuito a costruire una “storia” la cui memoria mi sembrava giusto non lasciar cadere», aveva scritto suor Lorenzina. Oggi, per l’ultimo saluto, sono stati in tanti a voler dare a lei quest’omaggio, a cominciare dalle figlie spirituali di don Bosco, che hanno ricordato la sua «eredità da custodire e da valorizzare». Tra i concelebranti, il cardinale Enrico Feroci, l’arcivescovo Cesare Nosiglia, che aveva lavorato con suor Colosi da vicegerente di Roma, l’arcivescovo Giuseppe Mani, in passato ausiliare della diocesi, i vescovi Paolo Ricciardi, ausiliare delegato per la pastorale sanitaria, e Luca Brandolini, vicario del cardinale arciprete della basilica lateranense, oltre a numerosi sacerdoti.

Suor Lorenzina era nata a Vitorchiano (Viterbo) il 18 ottobre 1928, professa a soli 18 anni, dopo un’infanzia segnata dalla morte del padre e da un’educazione profondamente cristiana in ambito familiare. Da bambina era «affascinata» dalle catechesi della mamma e della nonna, e ascoltava con attenzione la spiegazione delle preghiere. «Ai bambini con cui giocavo – diceva lei stessa – raccontavo quanto avevo imparato». Evangelizzatrice fin da piccola. Insegnante nella scuola romana salesiana di via Dalmazia, poi formatrice di catechiste tra le allieve dell’istituto all’alba del Concilio, quindi “in missione” tra le ragazze di periferia del Nomentano con l’attenzione alla loro cura integrale e l’animazione delle Messe all’aperto nei prati. Pioniera della “Chiesa in uscita”. Vent’anni all’istituto San Giovanni Bosco e 15 nella casa di Testaccio, delegata salesiana per oratorio e sport, presidente regionale Anspi Lazio, docente all’Università Gregoriana, direttrice-preside, incarichi a livello nazionale ed europeo nel settore della catechesi, direttrice della casa Sacra Famiglia. La “pastorale del telefono” – ricordata anche dal cardinale – con la vicinanza a vescovi, sacerdoti, suore, laici. Gli ultimi anni fatti di preghiera e di consiglio, di memoria e ancora di servizio. Tante facce di un’unica grande missione al servizio del Vangelo.

19 aprile 2022