«Le cose devono cambiare adesso se vogliamo evitare le conseguenze peggiori. Crisi climatica non significa solo il tempo atmosferico. Significa anche mancanza di cibo e di acqua, luoghi invivibili e, conseguentemente, rifugiati. Fa paura». A ribadirlo ai grandi del mondo, alla vigilia del summit Onu sui cambiamenti climatici è stata, nella giornata di ieri, Greta Thunberg che, insieme ad altri 16 bambini e adolescenti tra gli 8 e i 17 anni, ha firmato uno storico reclamo al Comitato Onu sui diritti dell’infanzia, presentato a New York.

I firmatari della petizione sostengono che il fallimento degli Stati membri nell’affrontare la crisi climatica costituisce una violazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti. Chiedono quindi all’organismo indipendente di ordinare agli Stati membri di agire per proteggere i bambini dagli effetti devastanti del cambiamento climatico. Il reclamo è stato annunciato durante una conferenza stampa ospitata nella sede centrale dell’Unicef a New York ed è stato presentato tramite il terzo protocollo opzionale alla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

«Trent’anni fa – ha ricordato Charlotte Petri Gornitzka, vicedirettore generale dell’Unicef – i leader mondiali hanno preso un impegno storico per i bambini del mondo, adottando la Convenzione sui dritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Oggi, i bambini del mondo stanno chiedendo conto su quell’impegno. Supportiamo pienamente i bambini e gli adolescenti che esercitano i loro diritti e prendono posizione. Il cambiamento climatico avrà impatti su ciascuno di loro. Non c’è da stupirsi che si stiano unendo per reagire».

Insieme a Greta Thunberg, l’attivista per il clima svedese di 16 anni, e ad Alexandria Villaseñor,  americana, 14 anni, hanno firmato il reclamo altri 14 altri bambini e adolescenti che vengono da Argentina, Brasile, Francia, Germania, India, Isole Marshall, Nigeria, Palau, Sud Africa, Svezia, Tunisia e Stati Uniti. Sono rappresentati dallo studio legale Hausfeld LLP e Earthjustice.

24 settembre 2019