Anche il segretario delle Nazioni Unite Antonio Guterres è intervenuto sul vertice tenutosi a Singapore tra il presidente Usa Donald Trump e quello nordcoreano Kim Jong-un, definendolo «un’importante pietra miliare nel progresso della pace, della denuclearizzazione completa e verificabile nella penisola coreana». Attraverso il suo portavoce, Guterres ha fatto sapere che sosterrà il processo in corso e nelle lettere indirizzate ai due leader, nei giorni precedenti il summit, ha scritto che «la strada da percorrere richiede cooperazione, compromesso e una causa comune», il sostegno della comunità internazionale e l’attuazione degli accordi odierni e precedenti in conformità alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza.

Il capo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) Yukiya Amano ha accolto con favore l’esito dei colloqui di Singapore e ha dichiarato che «l’agenzia è pronta a intraprendere qualsiasi attività di verifica nucleare in Corea del Nord, se richiesto». Lo scorso settembre, l’Aiea aveva istituito una squadra nel suo Dipartimento del controllo di sicurezza per migliorare la capacità di monitorare il programma nucleare della Corea del Nord soprattutto dopo il lancio del sesto e più grande test nucleare da parte di Kim Jong-un.

«Questo vertice farà storia se consentirà alle due parti di sedersi al tavolo dei negoziati e gettare le basi per la pace», è il commento che arriva da Pax Christi international. «Speriamo che il vertice di Singapore possa portare a nuove relazioni tra i due Paesi – si legge in una nota -. Il dialogo, la diplomazia e la cooperazione dovrebbero sostituire il comportamento ostile. I progressi duraturi in materia di denuclearizzazione e pace dovrebbero includere anche la Corea del Sud, il Giappone e la Cina». Nella dichiarazione congiunta non mancano però i punti critici: nonostante il dichiarato impegno per la pace e la prosperità nella penisola coreana e nel mondo, dall’organizzazione internazionale lamentano «l’assenza di impegni più specifici. Nel documento – spiegano – mancano punti essenziali che dovrebbero essere ripresi se i futuri colloqui porteranno effettivamente verso il disarmo e una pace duratura. La penisola non è denuclearizzata se rimane sotto la minaccia delle armi nucleari statunitensi; sia la Repubblica di Corea che la Repubblica popolare democratica di Corea dovrebbero aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw) e la Corea del Nord dovrebbe rientrare nel Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp)».

Ancora, secondo Pax Christi international «gli Stati Uniti e la Corea del Nord dovrebbero completare il trattato di pace tra le due Coree per sostituire l’armistizio della guerra di Corea, anche come seguito della storica dichiarazione di Panmunjom del 27 aprile 2018. Gli Stati Uniti dovrebbero sollevare preoccupazioni per i diritti umani nella Corea del Nord come condizione per revocare le sanzioni economiche». E tra le violazioni dei diritti umani, da Pax Christi ricordano le oltre «120mila persone che continuano a essere detenute arbitrariamente nei campi di prigionia politici. È imperativo che i diritti umani vengano ripresi in futuri colloqui, poiché la loro protezione è legata alla pace e alla sicurezza». Pax Christi sollecita quindi le due Coree, gli Stati Uniti, la Cina, il Giappone e la Russia a «implementare azioni di controllo bilaterali e multilaterali, ad esempio aprendo la linea ferroviaria tra Nord e Sud Corea, nuovi colloqui per la riduzione delle armi nucleari tra Stati Uniti e Russia, l’apertura di uffici nelle Capitali di Stati Uniti e Corea del Nord prima della fine del 2018».

13 giugno 2018