Sulla Togliatti il parco di Centocelle “riposa in pace”
Il “corteo funebre” guidato dal parroco di San Bonaventura Stefano Cascio e la ghirlanda deposta dai residenti, in segno di lutto per le mancate risposte dell’amministrazione comunale, a un anno dal rogo che ha coinvolto gli autodemolitori. «Non è stato fatto nulla»
“Il parco di Centocelle riposa in pace”. È il messaggio che da ieri, 10 luglio, campeggia su una ghirlanda che i residenti del quartiere hanno deposto su viale Palmiro Togliatti. «Torre Spaccata non dimentica l’incendio di un anno fa e non si rassegna», ha detto don Stefano Cascio. È stato lui, il parroco della Chiesa di San Bonaventura da Bagnoregio, a guidare il corteo funebre che i cittadini hanno voluto inscenare in segno di lutto per le mancate risposte dell’amministrazione comunale che tra le strade della periferia romana hanno seminato una speranza mai coltivata. A distanza di un anno dal rogo che il 9 luglio 2022 divampò nel parco di Centocelle coinvolgendo gli autodemolitori presenti sulla Togliatti, tutto è rimasto come prima. «Siamo qui per ricordare quello che non è stato fatto», ha evidenziato Bruno, membro del comitato di quartiere e stanco, come tutti, di ribadire la necessità di interventi preventivi che impediscano che, anche quest’anno, si ripeta una catastrofe analoga a quella di 12 mesi fa. «Siamo preoccupati per un possibile nuovo incendio», ha scandito al microfono don Stefano: «Non è stato fatto nulla, perché manca ancora un presidio dei vigili del fuoco, non è stata tagliata l’erba e mancano gli idranti». Ma soprattutto gli autodemolitori sono ancora lì. Molti conservano le carcasse delle auto bruciate, non avendo provveduto a rimuoverle come ordinato dal Comune.
Qui il degrado si moltiplica invece di ridimensionarsi. Lo ricorda una residente arrivata nel quartiere vent’anni fa: «Questi giardini erano un fiore all’occhiello della zona», dice indicando il verde pubblico trascurato che toglie spazio alla socialità. Chi è arrivato qui da poco, invece, ricorda solo la nube nera sprigionata dal rogo che per settimane ha fatto sentire i suoi effetti tra chi vive a ridosso della Togliatti. «Ricordo che all’improvviso il cielo si è oscurato. Pensavo fosse un’eclissi e invece era un catastrofe. Si sentivano scoppi e poi un fortissimo odore di bruciato», racconta una donna ripercorrendo la giornata che ha segnato la storia di Torre Spaccata. «Stavo acquistando casa in questa zona quando è scoppiato l’incendio», racconta un altro residente. In mano stringe il volantino con cui il Forum per la riqualificazione del parco Centocelle ha invitato la cittadinanza a unirsi alla commemorazione opponendosi al piano che sarà presentato il 17 luglio «se non viene dato – si legge – un cronoprogramma per la delocalizzazione degli autodemolitori». Il Comune vorrebbe spostarli nello spazio dell’ex campo “La Barbuta”, ma al momento si tratta solo di intenzioni. Con la Regione Lazio, competente in materia, il Campidoglio ha avviato solo delle interlocuzioni. Nessun progetto. Nessun atto. Solo promesse. Come quella di un tavolo permanente tra Comune, municipio e associazioni che non è mai stato istituito.
«Solo passerelle dopo l’incendio», le parole di don Stefano: «Come un anno fa, torno a dire: vergognatevi». L’incendio di Torre Spaccata ha reso urgente un intervento di bonifica della zona per tutelare la salute pubblica dei residenti. Ma il rogo ha anche fatto riemergere la frattura tra Roma e le sue periferie, abbandonate ai confini della città. Le urgenze sono altre. Così, dopo un anno, qualche autodemolitore sembra abbia ripreso le attività. Nel parco di Centocelle si è tornati a bruciare spazzatura e lungo la Togliatti pare si stiano insediando alcuni campi rom. «Il degrado porta degrado», avverte don Stefano: «Fino a quando non ci sarà la delocalizzazione degli autodemolitori sarà così», dice. «Qui il disagio è palpabile», spiega Angela Marzuillo, portavoce del Forum: «È il disagio di vivere in un posto degradato, in cui per fare una passeggiata o un picnic dobbiamo spostarci in altre zone in macchina». È il parco che muore nell’indifferenza della politica.
10 luglio 2023