Suicidi: crescono le richieste di aiuto a Telefono Amico

3.700 le richieste negli ultimi 6 mesi (+37%). In aumento i contatti anche da giovanissimi. I dati diffusi in vista della Giornata mondiale per la prevenzione, il 10 settembre. I volontari in 20 piazze italiane per l’evento “Non parlarne è 1 suicidio”

Giovani tra i 19 e i 35 anni, adulti tra i 46 e i 55 ma anche giovanissimi al di sotto dei 19 anni. Aumentano le richiesto di aiuto per gestire pensieri suicidi registrate da Telefono Amico Italia: oltre 3.700 nei primi 6 mesi del 2023, pari al + 37% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. «Nel 2022 abbiamo raccolto complessivamente quasi 6mila richieste d’aiuto da parte di persone attraversate dal pensiero del suicidio o preoccupate per il possibile suicidio di un proprio caro – riferisce la presidente Monica Petra -. Un numero enorme che, se prosegue la tendenza dei primi sei mesi del 2023, quest’anno rischia di registrare un ulteriore aumento», osserva, alla vigilia della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, il prossimo 10 settembre.

Mette l’accento sui «fattori protettivi» lo psichiatra Maurizio Pompili, ordinario alla Sapienza e direttore dell’Unità operativa complessa di Psichiatria del Sant’Andrea di Roma, spiegando che prendersi cura di sé stessi con piccoli gesti e atteggiamenti quotidiani può essere un piccolo passo per evitare di accumulare malessere e disagio psicologico, che, se sovrapposto ad altri elementi critici, potrebbe aumentare uno stato di rischio. «Spesso – sottolinea – l’individuo cade in ginocchio quando più fattori si mettono insieme, esacerbati dall’esposizione a un evento avverso; ciò potrebbe rappresentare un terreno fertile per l’emergere di una crisi suicidaria; in questi casi – prosegue – l’individuo sperimenta ciò che chiamiamo dolore mentale, fatto di emozioni negative e di un dialogo interiore che pone sempre in risalto lo stato di sofferenza».

Proprio per questo è fondamentale la prevenzione. «Gli individui a rischio di suicidio non vorrebbero pensare alla morte, bensì vorrebbero veder alleviato il proprio dolore mentale – sono ancora le parole di Pompili -; una manovra attuabile comprendendo lo stato di sofferenza, grazie anche all’intervento di professionisti della salute e di volontari. Esistono, tradizionalmente, dei fattori protettivi che vengono annoverati nell’ambito della prevenzione del suicidio – prosegue -. Non sono infallibili, ma rappresentano una sorta di approccio di igiene al benessere dell’individuo, che può prevenire le situazioni di disagio psicologico». Lo psichiatra ne elenca alcuni: «Avere una rete sociale e familiare efficace, avere bambini in casa, coltivare una dimensione spirituale. E ancora, avere del tempo da dedicare a un’attività ricreativa, un hobby o degli interessi che rechino appagamento all’individuo, mettere quindi un freno all’attività lavorativa, non andare incontro al superlavoro». Fondamentale anche il sonno, dato che «il rischio di suicidio germoglia dove ci sono insonnia, ansia e agitazione ed è quindi importante avere un buon riposo notturno». Immancabile poi, nell’elenco dei, comportamenti a rischio, l’abuso di alcool e droghe. «Evitarli è, quindi, sicuramente protettivo per la mente».

A quanti hanno bisogno di aiuto, Telefono Amico Italia offre tre canali di ascolto: il numero unico telefonico nazionale (02.23272327), il servizio di chat WhatsappAmico (324.0117252) e la Mail@mica, accessibile attraverso la compilazione di un form anonimo sul sito telefonoamico.it. Al primo è arrivata la maggior parte delle richieste di aiuto ricevute nel primo semestre del 2023 (73%); WhatsappAmico ne ha collezionate il 20%; solo 7 su 100 invece gli Sos lanciati via mail. Il servizio telefonico è stato utilizzato prevalentemente da uomini (il 52,5%); le donne, invece, preferiscono usare il servizio Whatsapp Amico (il 58% delle chat è avviata da donne) e la Mail@mica (il 63,5% delle persone che scrivono è donna). Ma le differenze sono anche generazionali: a chiamare sono stati in maggioranza adulti tra i 46 ai 55 anni (il 18,5%) seguiti da persone tra i 26 e i 35 anni (il 17,5%) e tra i 36 e 45 (il 16,5%). A scrivere in chat sono stati invece per lo più  giovani dai 19 ai 25 anni (il 26%), seguiti dalla fascia tra i 26 ai 35 (il 22%) e dai giovanissimi tra i 15 e i 18 anni (19%). Anche la mail è stata usata in prevalenza da giovani tra i 15 e i 18 anni e tra i 19 e i 25 anni (entrambi al 18%), seguiti dagli adulti tra i 46 e i 55 anni (13%).

Nel complesso, considerando tutti e tre gli strumenti di ascolto, il 29% delle richieste d’aiuto relative al suicidio arrivano da under 26. Per la presidente Petra, «è un dato che preoccupa e che testimonia il grande disagio vissuto dai giovani in questo periodo; disagio che non si manifesta solo nelle segnalazioni legate in maniera specifica al suicidio, ma si traduce in un aumento generale delle richieste di aiuto relative a difficoltà esistenziali e relazionali e che trova purtroppo eco anche negli ultimi gravi fatti di cronaca. Diventa quindi sempre più urgente affrontare il problema e trovare il modo di stare accanto ai più giovani». Il “come” lo suggerisce Michela Gatta, direttore dell’Unità operativa di Neuropsichiatra infantile dell’azienda Ospedale-Università di Padova. «Avere un progetto più o meno impegnativo e strutturato, possibilmente a breve – medio termine e da realizzarsi insieme ai pari, aiuta a fare sentire i ragazzi attivi, coinvolti, con uno scopo verso cui dirigere e investire le proprie passioni – spiega -. Progettare significa porsi degli obiettivi, scoprire e sperimentare le proprie competenze, relazionarsi con gli altri al fine di un traguardo comune, esperendo così processi che sostengono l’identità, l’autonomia e la responsabilità».

Nell’analisi di Monica Petra, «il periodo che stiamo vivendo sicuramente non aiuta a trovare un equilibrio psicologico e ad arginare preoccupazione e ansia. Le crisi si susseguono una dopo l’altra e molto spesso sono amplificate da un linguaggio dei media che si focalizza sulla dimensione di crisi e allarme. Questo – riflette – può avere un impatto negativo sul benessere degli individui, in particolare sui giovani, categoria particolarmente fragile. Bisognerebbe, quindi, recuperare un linguaggio e un atteggiamento che si focalizzino sugli aspetti positivi della vita, che siano in grado di infondere la speranza; speranza che ci permetta di guardare oltre le difficoltà del presente e di ritrovare un senso all’esistenza». Se ne parlerà nel XXII congresso internazionale Ifotes (International federation of telephone emergency services), a Lignano Sabbiadoro dal 18 al 22 ottobre 2023, che avrà come titolo “Winds of hope. Accettazione e capacità di cambiamento”.

Intanto, per sensibilizzare sull’importanza della prevenzione del suicidio e del prendersi cura di sé stessi, Telefono Amico Italia organizza per domenica 10 settembre l’evento “Non parlarne è 1 suicidio”. In 20 piazze italiane i volontari dell’organizzazione incontreranno i cittadini invitandoli a lasciare un pensiero che possa essere di aiuto per chi sta vivendo un momento di difficoltà. Tutti i biglietti, uno accanto all’altro su un apposito pannello, andranno a dare risposta alla domanda “In un momento difficile come ti prendi cura di te?”. Per simboleggiare la reciprocità di ogni relazione di ascolto, a chi lascerà il proprio messaggio sarà consegnato un biglietto con un pensiero di uno dei volontari di Telefono Amico Italia, insieme a una matita di Tai. «Quest’anno abbiamo scelto di organizzare un evento di sensibilizzazione che sottolinei come ognuno di noi abbia la capacità di trovare in se stesso il proprio benessere emozionale – spiega la presidente Petra -. La relazione di aiuto che instauriamo con chi ci chiama si basa, infatti, proprio su questo principio: ogni individuo ha in sé le risorse per stare meglio e noi volontari ci impegniamo per aiutarlo a scoprirle». In questo senso, «l’atto di scrivere un pensiero di “cura” oltre a essere un momento di autoconsapevolezza può avere la funzione di sostegno reciproco tra gli individui: possiamo tutti prenderci cura degli altri offrendo degli spunti su come ritrovare benessere e speranza».

Nel weekend, inoltre, in alcune città un monumento rappresentativo sarà illuminato con luce blu, il colore che contraddistingue Telefono Amico Italia. Anche l’hashtag dell’evento, #nonparlarneè1suicidio, ha l’obiettivo di sottolineare il fatto che di suicidio si può e si deve parlare: il primo passo per fare prevenzione. A sostegno della campagna si sono schierati diversi artisti e influencer, tra cui l’ex pallavolista Andrea Lucchetta, le cantanti Sabrina Salerno e Aba Chiara, i musicisti Alberto Bertoli, Daniele Bagni, Max Rivara, Cosimo “Zanna” Zannelli e Carol Mag, l’autore Sebastiano Zanolli, il comico Filippo Caccamo, l’influencer Elisa D’Ospina, la tik toker Elisa Altamura, gli attori Patrizio Cossa e Stefano Andrea Macchi, le attrici Barbara Bonanni e M. Evelina Buffa Nazzari, autrice dello spettacolo “Torna fra nove mesi”, nato dalla sua condizione di survivor, in scena a fine gennaio 2024 a Roma (Teatro dei Documenti), e l’artista sardo Nicola Urru, che realizzerà una scultura di sabbia a tema sulla spiaggia del Terzo Pettine a Sorso (Sassari).

5 settembre 2023