Sudan: Save the Children sospende le operazioni

L’organizzazione denuncia il saccheggio di forniture mediche e aiuti. Particolari difficoltà a fornire servizi nelle strutture sanitarie del Darfur settentrionale

Save the Children è stata costretta dagli scontri iniziati sabato 15 aprile a sospendere temporaneamente la maggior parte delle sue operazioni in tutto il Sudan. È la notizia diffusa già ieri, 17 aprile, dall’organizzazione internazionale, presente nel Paese dal 1983. Con la Capitale Khartoum ormai paralizzata dalle violenze, denunciano, i saccheggiatori hanno rubato forniture mediche per bambini, oltre a un frigorifero, dei computer portatili e automobili in un raid contro gli uffici di Save the Children in Darfur. Ed è proprio qui, nel Darfur settentrionale, che ci sono le maggiori difficoltà a fornire servizi medici nelle strutture sanitarie, a causa dei problemi di accesso e di saccheggio.

Qualcosa potrebbe cambiare in queste ore, con l’annuncia del via libera a una tregua umanitaria di 24 ore per l’evacuazione dei feriti e il transito dei civili, oltre che per l’accesso degli aiuti umanitari. «Fermare gli scontri e ripristinare la distribuzione di aiuti essenziali in un Paese in cui un terzo della popolazione ha già bisogno di aiuti umanitari, un quarto vive in condizioni di fame acuta e circa mezzo milione di bambini soffre di malnutrizione acuta grave»: questa l’esortazione che arriva dall’organizzazione, che sta comunque facendo «ogni sforzo, laddove le condizioni di sicurezza lo consentano».

Si stima in 15,8 milioni il numero di persone che ha bisogno di assistenza umanitaria nel Paese: circa un terzo della popolazione. Per trovare riparo dalle violenze di questi giorni, bambini e comunità locali sono rimasti senza cibo né acqua potabile e il furto degli aiuti medici li priverà ulteriormente di beni vitali. Proprio per questo il direttore di Save the Children in Sudan Arshad Malik ha invitato tutte le parti a proteggere le infrastrutture e le forniture umanitarie, poiché ciò renderebbe solo più difficile fornire assistenza alle famiglie più bisognose. «Negli ultimi tre giorni, le persone in tutto il Sudan sono state attanagliate dalla paura, senza sapere se fosse sicuro lasciare le proprie case, e ora devono scegliere se affrontare la paura o morire di fame – riferisce -. È assolutamente fondamentale per la sopravvivenza dei bambini e delle famiglie che si ponga fine a questi combattimenti, in modo da poter fornire aiuti salvavita. La sicurezza e il benessere di tutti in Sudan, soprattutto dei bambini più vulnerabili, sono la nostra priorità – assicura a nome dell’organizzazione – e un’operazione di assistenza umanitaria forte e ben equipaggiata e un accesso sicuro per gli operatori umanitari sono fondamentali. Nel frattempo esortiamo la comunità internazionale a rispettare gli obblighi legali di prendere tutte le precauzioni necessarie per proteggere i civili e le strutture civili, comprese le scuole e gli ospedali, che sono protetti dal diritto internazionale umanitario».

18 aprile 2023