Sud Sudan, il vescovo Carlassare: «Continuerò il mio servizio come prima»

Il presule, aggredito nella notte tra 25 e 26 aprile, ai microfoni del Tg2000: «Il messaggio del perdono, l’unico che può portare a una vera giustizia»

«Sto prendendo forza di giorno in giorno e tutto andrà per il meglio. Tornerò a camminare e continuerò il mio servizio missionario come prima». All’indomani dell’attentato di cui è rimasto vittima, nella notte tra 25 e 26 aprile, colpito alle gambe da alcuni colpi di arma da fuoco da uomini introdottisi in casa sua, il vescovo eletto di Rumbek (Sud Sudan) Christian Carlassare racconta al Tg2000, il telegiornale di Tv2000, il suo stato di salute e la sua reazione ai fatti.

«Sono in un letto d’ospedale dove i medici si stanno prendendo cura di me – le parole del presule, il più giovane al mondo (43 anni), nello Stato più giovane del mondo -. Hanno visitato le mie gambe colpite da alcuni proiettili e hanno ripulito le ferite». Risponde in collegamento dall’ospedale di Nairobi, in Kenya, il vescovo comboniano, e, da pastore e da missionario, il suo primo pensiero è per la sua gente. «Subito dopo l’attentato – prosegue -, quando sono stato portato all’ospedale di Rumbek e ho avuto la prima operazione, molta gente è venuta a farmi visita. Ho visto donne, giovani, persone di governo. Tante persone che si sentivano di mostrarmi la loro solidarietà. Io ero a letto sofferente per i quattro proiettili che erano nelle mie gambe – aggiunge – ma ho visto che la sofferenza della gente era molto più forte della mia. Se io avevo una speranza forte di guarire, loro avevano paura che li lasciassi o di avermi in qualche modo deluso».

Proprio per questo, riflette ancora il vescovo, «ho pensato che il messaggio del perdono è l’unico che in questa situazione può portare a una vera giustizia. Si cerca sempre la giustizia ma ci si dimentica sempre della misericordia. In questo momento speriamo che emerga la verità affinché questi avvenimenti non accadano mai più. Sappiamo – conclude – che dal perdono può nascere una trasformazione».

28 aprile 2021