Strage in una scuola in Texas, il Papa: «È tempo di dire basta al traffico delle armi»
Un ragazzo di 18 anni ha aperto il fuoco in una elementare, uccidendo 19 bambini e 2 adulti. Francesco: «Ho il cuore affranto. Prego per i bambini, gli adulti e le loro famiglie». Il presidente Usa Joe Biden: «È il momento di trasformare il dolore in azione»
«Ho il cuore affranto per la tragedia nella scuola elementare del Texas. Prego per i bambini, gli adulti e le loro famiglie». Al termine dell’udienza generale di questa mattina, 25 maggio, prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana, Papa Francesco ha ricordato la strage che si è consumata ieri a Uvalde, dove un ragazzo di 18 anni, Salvador Ramos, è entrato nell’edificio scolastico, aprendo il fuoco contro tutto e tutti. Il bilancio: 21 morti, di cui 19 bambini e 2 adulti, uno dei quali era un insegnante. Ucciso anche il killer. «È tempo di dire basta al traffico indiscriminato delle armi – l’appello di Bergoglio -. Impegniamoci tutti, perché tragedie così non possono più accadere».
A chiedere un intervento sulle armi anche il presidente Usa Joe Biden, di ritorno dal viaggio in Asia. «Possiamo e dobbiamo fare di più – le parole rivolte agli americani e al Congresso -. È il momento di trasformare il dolore in azione» e di affrontare la lobby delle armi. Ha usato la parola «massacro», Biden, rivolgendosi direttamente agli americani: «Perché vogliamo vivere con questa carneficina? Perché continuiamo a consentire che questo accada? Per l’amor del cielo dov’è la nostra spina dorsale?». Basti pensare che dall’inizio dell’anno negli Stati Uniti si sono registrate oltre 200 sparatorie di massa. «Quando è troppo è troppo, ora bisogna agire», gli ha fatto eco la vice presidente Kamala Harris. Senza mezzi termini anche l’intervento di Barack Obama, presidente durante la strage di Sandy Hook del 2012. «Io e Michelle siamo a fianco delle famiglie di Uvalde. Ma siamo anche arrabbiati – ha affermato -. Il nostro Paese è paralizzato non dalla paura, ma da una lobby delle armi e da un partito politico che non hanno mostrato alcuna volontà di agire per prevenire queste tragedie. È scaduto il tempo per agire, per qualsiasi tipo di azione». Se è vero che la strage ha riacceso il dibattito sulle armi, proprio nel pieno della campagna elettorale delle primarie in vista delle elezioni di metà mandato, non è però scontato che questo si traduca in azione, vista la difficoltà già registrata più volte nel corso degli anni di superare l’impasse in Congresso.
Ancora da chiarire la dinamica dei fatti. Il killer ha sparato prima alla nonna, quindi ha avuto un incidente d’auto vicino alla Robb Elementary School. Sceso dall’auto con fucile e giubbotto antiproiettile, ha cercato di entrare nella scuola superando il blocco di alcuni agenti, poi, una volta entrato nell’edificio, ha aperto il fuoco in alcune classi, prima di essere fermato e ucciso sul posto dalla polizia. Anche dell’attentatore si sa poco: sui suoi profili social sono state trovate foto di armi ed è noto che per il suo 18° compleanno ha acquistato due fucili. La strage è avvenuta a due giorni dalla fine dell’anno scolastico in un’area a prevalenza di ispanici, appena qualche giorno prima della convention annuale della National Rifle Association, potente lobby delle armi, in programma per venerdì 27 maggio a Houston, sempre in Texas. Previsti, tra gli altri, gli interventi dell’ex presidente Donald Trump e del governatore dello stato Greg Abbott, su cui in queste ore si concentrano le critiche per aver ammorbidito di recente le leggi sulle armi: si deve a lui infatti il provvedimento (legge 1927) che da settembre 2021 consente a tutti di possedere e portare per strada pistole e fucili senza licenza e senza avere alcuna formazione. Rilanciato anche un suo tweet del 2015 in cui invita i texani all’acquisto delle armi: «È imbarazzante. Il Texas è solo secondo dietro alla California per gli acquisti di armi nuove. Muovetevi», le sue parole.
25 maggio 2022