Strage di Orlando, il Papa: «Condanna e dolore»

Salgono a 50 le vittime di quella che è la peggior strage compiuta negli Stati Uniti con armi da fuoco. I feriti sono 53, molti in condizioni gravissime

Salgono a 50 le vittime di quella che è la peggior strage compiuta in Usa con armi da fuoco

«La terribile strage avvenuta ad Orlando, con un numero altissimo di vittime innocenti, ha suscitato in Papa Francesco e in tutti noi i sentimenti più profondi di esecrazione e di condanna, di dolore e di turbamento di fronte a questa nuova manifestazione di follia omicida e di odio insensato. Il Papa si unisce nella preghiera e nella compassione alla sofferenza indicibile delle famiglie delle vittime e dei feriti e li raccomanda al Signore perché possano trovare conforto».

A dirlo è stato il direttore della
Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. A 24 ore dalla strage di Orlando, in Florida, sono 50 le vittime della carneficina compiuta da un trentenne americano di origine afghane, Omar Mateen. Nella notte tra sabato e domenica 13 giugno, l’uomo è entrato in un locale gay e ha aperto il fuoco. I feriti sono 53, molti dei quali in condizioni gravi. Si tratta della peggior strage compiuta con armi da fuoco (esclusi gli attentati con bombe e l’11 settembre) nella storia degli Stati Uniti.

Mateen ha sparato con una pistola
e con un fucile mitragliatore d’assalto, aprendo il fuoco sulle persone che stavano ballando all’interno del locale. Dopo si è barricato all’interno della discoteca trattenendo diversi ostaggi per ore, prima di essere ucciso in uno scontro a fuoco con gli agenti di polizia.

Qualche ora dopo la strage, è
arrivata la rivendicazione dell’Isis: il killer della strage di Orlando «era un nostro combattente». Ma a smentire il comunicato dell’Amaq, l’agenzia di stampa del Califfato, ci ha pensato il padre dello stesso Mateen, secondo il quale «il movente religioso non c’entra nulla, ha visto due gay che si baciavano a Miami un paio di mesi fa ed era molto arrabbiato. Siamo scioccati come il resto dell’America».

«Nessun atto di terrore o di odio cambierà chi siamo come americani – ha detto il presidente Obama -. Il massacro mostra come è facile per gli americani essere uccisi a scuola, in chiesa, nei cinema o nei nightclub. Questa strage è un ulteriore richiamo a come sia facile per qualcuno entrare in possesso di un’arma. Dobbiamo decidere se questo è il tipo di Paese che vogliamo essere».

 

13 giugno 2016