Stop temporaneo alla sperimentazione del vaccino ma «l’Italia continua a investire»

Il ministro Speranza (Salute): la sospensione da parte di Astrazeneca dimostra «serietà dei protocolli». Cauda (Gemelli): «È nelle regole del gioco»

«L’Italia continuerà ad investire in prima linea nella ricerca per il vaccino anti-Covid al fine di garantire al più presto soluzioni efficaci nella massima sicurezza. La sospensione precauzionale della sperimentazione da parte di Astrazeneca dimostra la serietà dei rigidi protocolli di verifica». Lo ha detto ieri, 9 settembre, il ministro della Salute Roberto Speranza, commentando la decisione di interrompere per una «seria potenziale reazione avversa» di uno dei partecipanti alla sperimentazione in corso in Gran Bretagna tutti i test clinici sul vaccino per il coronavirus che la società farmaceutica Astrazeneca sta sviluppando con l’Università di Oxford. «Nessun vaccino – ha aggiunto il ministro – sarà mai autorizzato senza la piena garanzia per la salute delle persone. Dentro questo quadro, con la Commissione europea, stiamo investendo sui principali candidati vaccini in sperimentazione con i massimi standard di sicurezza ed efficacia».

D’accordo anche Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive all’Università Cattolica e direttore dell’Unità di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, raggiunto dall’Agenzia Sir. «Niente allarmismi – è il commento dell’esperto -. Questa sospensione fa parte delle regole del gioco e dimostra serietà nei controlli e responsabilità nella valutazione di quanto accaduto». La vicenda, osserva, «non va né sottovalutata né ingigantita: fa parte delle regole del gioco della sperimentazione che prevedono anche la possibilità di pause e battute d’arresto. Sarà importante capire che tipo di effetto avverso il vaccino abbia provocato nel volontario britannico. Sulla base delle mie sperimentazioni su farmaci – prosegue -, posso dire che gli effetti avversi, anche se minimi, vanno sempre tenuti in considerazione e attentamente valutati».

A tutt’oggi comunque, informano dall’Irbm di Pomezia, coinvolta nella sperimentazione, il quadro clinico avverso si è verificato in uno solo dei 50mila soggetti volontari su cui il vaccino è stato testato, mentre Astrazeneca il mese scorso ha reclutato negli Usa 30mila persone disposte a sottoporsi alla sperimentazione. Rispetto agli altri tipi di vaccini, osserva ancora Causa, «si è corso molto ma l’esigenza di averne uno in tempi brevi non può far derogare alle regole di sicurezza».

10 settembre 2020