Stefano Russo è il nuovo vescovo di Velletri-Segni

Lo ha nominato il Papa, accettando la rinuncia del vescovo Apicella. Originario di Ascoli Piceno, classe 1961, dal 2018 era segretario generale della Cei. Bassetti: «Grazie per la tua bontà d’animo»

La diocesi di Velletri-Segni ha un nuovo vescovo: accettando la rinuncia presentata da Vincenzo Apicella, sabato 7 febbraio Papa Francesco ha chiamato a succedergli monsignor Stefano Russo, finora vescovo emerito di Fabriano-Matelica e segretario generale della Conferenza episcopale italiana, nominandolo vescovo della diocesi suburbicaria.

Nato il 26 agosto 1961 ad Ascoli Piceno, nell’omonima diocesi, Russo è sacerdote dal 20 aprile 1991. Laureato in Architettura prima di conseguire il baccalaureato in Teologia alla Lateranense, dal 1990 al 2007 è stato presidente della Commissione arte sacra e beni culturali della diocesi di Ascoli Piceno e incaricato per i beni culturali ecclesiastici; dal 1990 è stato membro della Consulta e dal 1996 al 2005 incaricato regionale per i beni culturali ecclesiastici della Conferenza episcopale marchigiana; dal 1995 al 2005 ha coordinato le attività del Museo Diocesano di Ascoli Piceno. Dal 1999 al 2001 è stato amministratore parrocchiale di S. Pietro a Castel San Pietro (Ascoli Piceno). Dal 2001 al 2005 è stato responsabile dell’Udtap, Ufficio diocesano che coordina gli interventi di recupero degli edifici di valore storico-artistico danneggiati dal terremoto. Dal 2001 è stato membro e dal 2005 al 2015 Responsabile del Comitato dell’Ufficio nazionale beni culturali ecclesiastici della Cei e vice parroco di San Giacomo della Marca. È stato inoltre membro della Commissione per i beni e le attività culturali della Regione Marche dal 2002 al 2005 e dal 2015
parroco dei Santi Pietro e Paolo ad Ascoli Piceno. Il 18 marzo 2016 è stato nominato vescovo di Fabriano-Matelica. Due anni dopo, il 28 settembre 2018, è divenuto segretario generale della Cei, reggendo ancora la diocesi di Fabriano-Matelica in qualità di amministratore apostolico fino al 27 aprile 2019. È inoltre presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione di Religione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena.

Proprio dal presidente della Cei Gualtiero Bassetti è arrivato il primo messaggio di saluto. «Ti voglio ringraziare per la tua bontà d’animo, la tua capacità di accettare complimenti e critiche, la tua dolcezza nell’esercizio del ministero sacerdotale – le parole del cardinale -. Anche nei momenti tristi, sul tuo viso non è mai mancato il sorriso che ti caratterizza. È segno di una speranza che non viene mai meno. Grazie, don Stefano, per quanto nella veste di segretario generale hai fatto a servizio della nostra Conferenza episcopale». Ancora, il presidente dei vescovi italiani ricorda che «non sono stati anni facili: la pandemia che lentamente ci stiamo lasciando alle spalle ha condizionato tutta l’attività pastorale. E, forse, mai come in passato sono aumentati i contatti con le Chiese locali. Segno, questo, di una condivisione attenta, costante, con cui si è nutrita e arricchita la comunione ecclesiale», osserva. Quindi il riferimento al Cammino sinodale: in questo momento particolare, occorre «avvertire il “fiuto” del popolo santo di Dio e non distogliere mai lo sguardo dalla realtà. Caro don Stefano – l’augurio -, che tu possa continuare a vivere il tuo ministero con quell’attenzione e quella cura per le persone che non ti sono mai mancate!».

Nel messaggio indirizzato alla sua nuova diocesi, il vescovo ha espresso la consapevolezza della «testimonianza di fede che mi è richiesta», insieme all’«adesione piena alla volontà di Dio espressami da Papa Francesco cui, come Maria, ho risposto con il mio sì». Quindi, nel discorso rivolto ai dipendenti della Cei, il grazie al pontefice, «che mi ha rinnovato la sua fiducia chiamandomi a questo nuovo incarico», e al cardinale Bassetti. «Caro don Gualtiero, grazie per la tua presenza, per la tua generosa disponibilità. Mi sono sentito sempre accompagnato e sostenuto dalla tua saggezza», le parole di Russo.

Ogni chiamata, ha osservato il presule, «è sempre una sorta di capovolgimento. Nel corso della vita tutti facciamo progetti, organizziamo le settimane, mettiamo sulle nostre agende le cose da fare e poi improvvisamente arriva una chiamata, una visita che ti dice: lascia tutto! Ho vissuto sempre questa dinamica: prima come vescovo di Fabriano-Matelica; dopo pochi anni, come segretario generale della Cei; ora, come vescovo di Velletri- Segni. In tutte queste chiamate ho amato la Chiesa e ho cercato di voler bene a tutte le persone che ho incontrato». E ancora: «Sono stati anni molto intensi e poi la pandemia ha messo il carico sulle spalle di ciascuno di noi: nei mesi più duri abbiamo dovuto fare delle scelte straordinarie che non avevamo messo in cantiere – il bilancio -. Abbiamo moltiplicato gli sforzi per rendere possibile che queste scelte fossero condivise con gli organismi di comunione della Cei. Grazie per la vostra disponibilità! E ora vi chiedo di accompagnarmi e custodirmi con la vostra preghiera e con il vostro affetto».

9 maggio 2022