St’Charles Basketball, dagli Usa a piazzale della Radio

La storia della squadra di basket di Gesù Divin Lavoratore, nata nel 1969 per opera di quattro diaconi americani. La tradizione va avanti con i ragazzi che ai tempi affiancarono i sacerdoti “fondatori”

Nel 1969 quattro diaconi americani che studiano teologia a Roma, per allontanare la nostalgia di casa, decidono di fondare una squadra di basket: la St’Charles Basketball, in via Oderisi da Gubbio, vicino piazzale della radio, nella parrocchia Gesù Divino Lavoratore dove c’era un piccolo campo da basket. Con l’aiuto di un diacono italiano questa realtà cresce e alla soglia dei 50 anni è una struttura viva e un importante centro di aggregazione nel grande quartiere. Roberto Abbate, attuale vice presidente e allenatore della prima squadra, spiega che «il presidente per regolamento è il parroco. don Roberto Zammerini è arrivato da circa un mese. Io sono uno dei ragazzi cresciuti con i sacerdoti fondatori».

L’attività cestistica stava iniziando a svilupparsi. «I sacerdoti aggregarono i giovani». Ora la situazione è cambiata «è cambiato lo sport. Si vivono le varie situazioni sociali. È un quartiere molto popoloso, che si è rigenerato dopo qualche anno». Sono molto diversi anche i giovani che frequentano oratorio e parrocchia, due realtà unite. «Sono cambiate le famiglie e la scuola. Prima l’aggregazione partiva dai ragazzi, si giocava per strada, ora non è possibile. Soprattutto nei più giovani oggi prevale l’egocentrismo. Bisogna lavorare molto per fare gruppo». Gioco e sport coincidono e i ragazzi arrivano a 5 anni. Si comincia con l’easybasket «dove sperimentano gli schemi motori di base: correre, saltare, rotolare. Capacità coordinative abbinate alle abilità del gioco come palleggio, tiro, passaggio».

Negli anni la missione non è cambiata: si svolge attività sportiva in parallelo alle attività pastorali, tenendo conto della società multietnica. «Lo sport non fa distinzioni. Portiamo tutti nell’oratorio per svolgere attività sportiva a prescindere dal loro credo». L’obiettivo «è seguire i ragazzi nelle fasi di crescita, con i problemi scolastici o qualche situazione familiare difficile. Stiamo vicini nei momenti decisivi insieme alla parrocchia». La dirigente responsabile è Maria Teresa, moglie di Bruno: «Ci siamo conosciuti qui nel 1978».

«Ho giocato 25 anni. Nel 1978 la mia società, che era in Serie B, si sciolse e abitando qui, con un’amica, siamo entrate nella St’Charles». Le ragazze oggi scelgono il basket perché la TV ne ha aiutato la diffusione. «Il sabato è pieno di bambini e genitori perché gioca la prima squadra». Una passione che si tramanda, «abbiamo tanti figli di ex giocatori. Avremmo bisogno di due campi. Gli istruttori e gli allenatori sono sempre due, il corso per i piccolissimi ne ha tre». Qualcuno si è distinto in modo particolare come Emiliano Mercuriali, Massimo Arrigoni e Giordano Marini che giocarono nelle giovanili del Banco Roma, la Virtus di oggi».

Adesso i ragazzi hanno molti impegni e occorre venire incontro alle esigenze dei più piccoli. «I corsi iniziano dalle 17 perché hanno il tempo pieno, inoltre non possono allenarsi fino alle 20». C’è un ambiente familiare, tipico delle comunità di paese «le mamme si conoscono tutte». Luca Picciotti, 25 anni, allenatore da 5 anni, assistente under 18 e di un gruppo aquilotti 2008-2009. «Sono arrivato come giocatore nel 2000-2001, non mi piaceva il nuoto. Qui ci hanno giovato mia mamma e mio zio. Poi sono diventato allenatore. C’è più responsabilità nel far crescere i ragazzi. Capisco perché non dovevo fare certe scelte da giocatore».

I ragazzi seguono questo allenatore così giovane perché «mi conoscono. Ho un certo modo di inquadrare le persone. Sono molto disponibile e non severo. Per rispetto dei ragazzi mi impegno a non assentarmi dal primo giorno di allenamento. Dall’altra parte pretendo la stessa cosa». Conciliare scuola e sport è sempre possibile «mi laureo tra due settimane in Economia e Scienze aziendali. Occorre organizzarsi e scegliere il tipo di scuola. Tanti atleti hanno partecipato alle Olimpiadi gestendo questo doppio impegno».

 

 

11 ottobre 2018