Stare accanto ai malati, «mistero di tenerezza»

Presieduta dal cardinale Turkson, a San Pietro, la Messa per la XXX Giornata mondiale, con Unitalsi, Ordine di Malta e Ufficio diocesano pastorale sanitaria

«Siamo riconoscenti al Signore per il cammino compiuto in questi anni dalla Chiesa, ma c’è ancora molta strada fare per assicurare a tutti i malati, anche nei luoghi e nelle situazioni di maggiore povertà ed emarginazione, le cure sanitarie di cui hanno bisogno, come pure l’accompagnamento pastorale». Con queste parole Papa Francesco aveva annunciato, lo scorso 10 dicembre, la XXX Giornata mondiale del malato, che si celebra oggi, 11 febbraio, in occasione della quale la basilica di San Pietro ha accolto la Messa alla presenza di malati, operatori socio-sanitari e volontari, presieduta dal cardinale Peter Turkson, già prefetto del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale.

La Giornata, ha ricordato il cardinale, si celebra ogni anno nella memoria liturgica della Vergine di Lourdes e della sua prima apparizione a santa Bernardette, nel 1858. «Maria – ha spiegato – ha fatto di Bernadette una figura profetica che ci invita alla conversione, ma ci ha donato anche le acque guaritrici come segno della Misericordia di Dio». E proprio “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” è il tema dell’edizione di quest’anno che non si è potuta tenere ad Arequipa, in Perù, a causa della pandemia. «La misericordia del Signore – ha proseguito il cardinale – permette all’umanità di riconoscere le proprie fragilità, ma anche di essere consolazione per gli altri». Stare accanto ai malati, quindi, diventa «un mistero di tenerezza» ed è «un dono di speranza, di guarigione e di vita».

Messa del malato, cardinale Turkson, San Pietro, 11 febbraio 2022Presenti in basilica volontari e malati accompagnati dai membri di Unitalsi e Ordine di Malta, oltre che dall’Ufficio per la pastorale sanitaria della diocesi di Roma, che hanno ricevuto un Rosario benedetto dal Santo Padre e, durante la celebrazione, l’unzione degli infermi. «È una grande gioia essere qui – racconta Anna, volontaria dell’Unitalsi – perché i nostri amici malati hanno sofferto più di tutti per la pandemia, non potendo uscire e in alcuni casi dovendo rinunciare al pellegrinaggio a Lourdes. Per chi soffre non potersi abbracciare è tremendo, quindi essere oggi in basilica significa tanto». Un sentimento condiviso da chi, anche a titolo personale, ha partecipato alla celebrazione, come Elena, una giovane Foulard Bianco, la comunità scout internazionale che si occupa proprio dell’assistenza ai malati a Lourdes. «È un giorno speciale – spiega – perché si rivivono in tutte le celebrazioni le emozioni della Grotta di Massabielle».

Trenta anni fa fu Giovanni Paolo II a istituire questo evento, conscio dell’importanza di dedicare una Giornata, durante l’anno, a chi soffre. «È per noi un appuntamento abituale, che ci prepara per le attività di tutto l’anno e per il pellegrinaggio internazionale di aprile», racconta invece Sergio Managanaro, responsabile del centro di assistenza di Ponte Milvio dell’Ordine di Malta. «Speriamo di poter andare a Lourdes anche quest’anno, seppur in forma ridotta – spiega – e la celebrazione di oggi ci dona speranza e soprattutto quell’entusiasmo nel continuare a stare sempre vicino ai malati. Dobbiamo ricordare, infatti, che non si presta assistenza solo l’11 febbraio o a Lourdes ma è un qualcosa di profondo che deve far parte quotidianamente delle nostre vite».

A fine celebrazione suor Alessandra Smerilli, segretaria del dicastero per lo Sviluppo umano integrale, ha annunciato il luogo della prossima Giornata mondiale, che si terrà, nel 2025, proprio dove non è stato possibile quest’anno: nel Santuario della Virgen de Chapi ad Arequipa, in Perù.

11 febbraio 2022