Stadio Flaminio, arriva il Piano di conservazione

Il sindaco Raggi: «Passaggio propedeutico alla riqualificazione dell’impianto». Lo studio condotto dalla Sapienza e il contributo della Getty Foundation

Un passaggio «fondamentale e propedeutico alla riqualificazione dell’impianto sportivo». Il sindaco di Roma Virginia Raggi ha usato queste parole per presentare, nella conferenza stampa che si è svolta ieri, 27 ottobre, in Campidoglio il Piano di conservazione dello Stadio Flaminio. Uno strumento che consentirà la valorizzazione e il mantenimento nel tempo, assicurano dal Campidoglio, delle peculiari caratteristiche architettoniche e costruttive dell’opera di Pier Luigi e Antonio Nervi, realizzata insieme al Palazzetto, al Palazzo dello Sport e al viadotto di corso Francia per le Olimpiadi del ’60. «Come amministrazione – ha assicurato la prima cittadina – abbiamo agito in questi anni per porre le basi affinché non solo lo Stadio ma tutta la zona dell’area Flaminio – Villaggio Olimpico possa vedere una rigenerazione urbana in termini di offerta di servizi sportivi, culturali, ricreativi, per favorirne il rilancio e la piena fruibilità da parte della cittadinanza».

Lo studio, condotto dalla Sapienza Università di Roma, da DO.CO.MO.MO. Italia e dalla Pier Luigi Nervi Project Association – grazie ad un contributo erogato dalla Getty Foundation – pone dunque le basi per il processo di riqualificazione della struttura. Lo ha spiegato Francesco Romeo, a capo del progetto di ricerca: «Lo Stadio Flaminio, felicemente collocato in un contesto urbano di grande pregio, vanta un’ispirata qualità architettonica e costruttiva e riveste un ruolo storico-sociale unico per la città di Roma e per la nazione. Consapevoli della diversa natura di tali peculiarità – ha evidenziato -, abbiamo declinato il piano di conservazione secondo un approccio multidisciplinare volto a riconoscere e proteggere il sistema di valori culturali, oggi minacciati, di cui il Flaminio è espressione».

Per Marco Nervi, nipote di Pier Luigi e presidente della associazione Pier Luigi Nervi Project, «uno dei motivi, se non il principale, dell’attuale stato dello Stadio Flaminio, così come di altri edifici italiani di Pier Luigi Nervi  – ad esempio il Palazzo del Lavoro e il Salone delle Esposizioni di Torino – è la mancanza di procedure esemplari per guidare i progetti di restauro, riuso e soprattutto manutenzione del patrimonio architettonico moderno in Italia». Con il piano di conservazione per lo Stadio Flaminio e la realizzazione del suo Heritage BIM ((Heritage Building Information Modeling), vale a dire uno strumento operativo che documenta lo stato di fatto e la storia degli interventi subiti nel tempo dalla struttura, «abbiamo voluto portare un contributo al rispetto e alla valorizzazione dell’architettura del Novecento nel nostro Paese», conclude l’erede dell’architetto.

A supporto del Piano di conservazione, informano dal Campidoglio, sono intervenuti sponsor tecnici che hanno contribuito attivamente alla realizzazione del rilievo 3D, del modello BIM e dell’analisi strutturale, fornendo strumenti e formazione del personale. Il Dipartimento Sport e Politiche giovanili di Roma Capitale «ha pienamente supportato il lavoro del gruppo di ricerca, permettendo un’analisi a tutto tondo delle problematiche presentate dal complesso sportivo». L’obiettivo per il futuro sarà «conferire all’impianto capitolino nuovamente lo splendore e la valenza che possedeva nel periodo della sua realizzazione», facendone un fulcro attrattivo non soltanto sportivo.

«Appena insediati – ha riferito l’assessore a Sport, politiche giovanili e grandi eventi cittadini Daniele Frongia – lo Stadio Flaminio ha rappresentato da subito una priorità per la nostra amministrazione. L’impianto si trovava in un grave stato di abbandono. Abbiamo cercato di dirimere le questioni amministrative in sospeso, i diversi contenziosi in atto e, successivamente, abbiamo effettuato diverse bonifiche, oltre alla messa in sicurezza della struttura con un impianto di sorveglianza attiva per evitarne ulteriori atti di vandalismo – ha spiegato -. Attualmente, grazie anche al Piano di conservazione, siamo ottimisti: stiamo vagliando diverse proposte di partenariato e ci aspettiamo di portare ben presto a nuova vita il capolavoro di Nervi».

28 ottobre 2020