Sport e rispetto delle regole, via per l’autorevolezza

A Santa Croce in via Flaminia la Messa degli sportivi col cardinale De Donatis. «La grandezza emerge quando a prevalere sono tenacia e umiltà»

Il vero atleta è colui che rispetta l’avversario, coltiva i valori della semplicità, dell’obbedienza e dell’umiltà, senza pretendere di «dare spettacolo a tutti i costi a svantaggio degli altri». Deve quindi impegnarsi a «rispettare le regole e le persone che ha accanto perché solo così sarà apprezzato e diventerà autorevole». In prossimità delle festività natalizie è questo l’augurio rivolto dal cardinale vicario Angelo De Donatis a decine di dirigenti e atleti olimpici e olimpionici che ieri sera, 16 dicembre, hanno partecipato alla Messa degli sportivi nella chiesa di Santa Croce a via Flaminia. Una celebrazione divenuta ormai una tradizione che il presidente del Coni Giovanni Malagò ha ammesso di «alimentare con orgoglio».

Al termine di una giornata intensa per gli sportivi che al mattino hanno partecipato alla consegna del Collare d’oro, massima onorificenza dello sport italiano, gli azzurri e i campioni di ieri e di oggi sono stati attivamente coinvolti nella liturgia, a partire da Lorenzo Porzio, campione del mondo di canottaggio e medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Atene 2004. Avendo sempre coniugato la pratica sportiva con la passione per la musica, l’atleta è oggi direttore d’orchestra e ha animato la celebrazione dirigendo i musicisti del Coro e dell’Orchestra del Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II”, dell’orchestra Filarmonica Città di Roma e del coro Le Mille e una Nota. Sei azzurre della ginnastica ritmica hanno letto le preghiere dei fedeli mentre Claudio Treviso, del taekwondo, ha recitato la preghiera dell’atleta e Giulia Longhi, del softball, quella dello sportivo.

Soffermandosi a parlare dell’autorevolezza, il porporato ha spiegato che per un giocatore questa «è l’unica strada da seguire nella sequela di Gesù, l’autorevole per eccellenza, non solo per raggiungere il risultato che conta in una competizione sportiva ma per arrivare alla piena felicità». La pratica sportiva insegna a diventare autorevoli attraverso il rispetto delle regole, l’onestà sul campo di gioco, l’obbedienza all’allenatore: qualità che forgiano un bravo sportivo. Un buon atleta, ha rimarcato il cardinale, non è colui che «fa di testa sua e si dimentica degli altri per dimostrare la propria bravura». L’autorevolezza e l’autorità di un giocatore emergono «quando i suoi talenti si esprimono nell’armonia del gioco di squadra, quando c’è semplicità nel suo modo di fare, quando a prevalere sono la tenacia e l’umiltà a dispetto della paura e della superbia».

Tra i partecipanti alla Messa i gruppi sportivi militari, l’associazione Athletica Vaticana – accompagnata dal presidente monsignor Melchor Sánchez de Toca y Alameda, sottosegretario del Pontificio Consiglio della cultura, che ha concelebrato -, la nazionale di softball. Seduti ai primi banchi, il presidente Malagò, il segretario generale Carlo Mornati e l’ex presidente Franco Carraro. Tra i fedeli anche Simone Alessio, che a soli 19 anni è il primo taekwondoka italiano ad avere vinto una medaglia d’oro ai campionati mondiali e a essere insignito del Collare d’oro, un riconoscimento che lo «ripaga del lavoro svolto in questi anni e dei tanti sacrifici fatti» spronandolo a «dare sempre il meglio». Dall’azzurro anche l’invito ai suoi coetanei a non lasciare la pratica sportiva terminati gli studi per dedicarsi al lavoro, perché «lo sport è tanto bello quanto imprevedibile e a qualsiasi età è possibile raggiungere risultati insperati».

Il presidente Malagò ha sottolineato che le delegazioni italiane durante la missione olimpica sono sempre affiancate dal cappellano – don Gionatan De Marco, responsabile dell’Ufficio nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Cei, che ha concelebrato -: una presenza che «è un segnale di vicinanza del mondo sportivo a quello della Chiesa». Altri concelebranti il parroco di Santa Croce a Via Flaminia padre Andrea Meschi, don Alessio Albertini, consulente ecclesiastico nazionale del Centro sportivo italiano, don Francesco Indelicato, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale del tempo libero, e don Pablo Walter Castiglia, segretario particolare del vicario.

17 dicembre 2019