Sport e disabilità, intesa tra Policlinico Gemelli e Special Olympics Italia

Il protocollo siglato in occasione dei Giochi nazionali estivi, a Montecatini Terme. Gli obiettivi: ricerca, assistenza, integrazione sociale. L’intesa ha la durata di due anni

Ricerca, assistenza e integrazione sociale sono le tre parole d’ordine che riassumono l’intesa tra Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli e Special Olympics Italia che mira a comprendere in che misura l’attività sportiva può migliorare la qualità di vita e le relazioni delle persone con disabilità intellettive. Il protocollo d’intesa ha una durata di due anni ed è stato presentato ieri, 6 giugno, dal direttore generale della Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli Marco Elefanti e dal presidente Special Olympics Italia Maurizio Romiti, in occasione dei Giochi nazionali estivi Special Olympics in corso a Montecatini Terme e Valdinievole fino al 9 giugno. Sancisce l’inizio di una collaborazione volta al perseguimento di diversi obiettivi: promuovere lo studio e l’approfondimento di temi riguardanti la disabilità intellettiva, favorire lo sviluppo della ricerca clinica e scientifica, promuovere lo sport come strumento di formazione, educazione e integrazione sociale, elaborare protocolli e linee guida specifici per persone con disabilità intellettive che praticano sport.

Per la Fondazione Gemelli significherà poter svolgere attività di ricerca su un campione esteso di “atleti speciali” nell’ambito di iniziative ad alto valore sociale come i Giochi mondiali e formare personale medico sulle specifiche tematiche di medicina dello sport e neuropsichiatria infantile. Consentirà inoltre a Special Olympics di essere associata a un’importante istituzione sanitaria per fornire migliore e qualificata assistenza agli atleti. Nell’ambito del protocollo, la Fondazione fornirà prestazioni sanitarie, visite e accertamenti diagnostici in favore di pazienti con disabilità intellettive facenti parte dei Team Special Olympics, visite specialistiche e ulteriori prestazioni sanitarie in favore degli atleti italiani partecipanti ai Giochi Mondiali Estivi Special Olympics, che si terranno ad Abu Dhabi nel 2019.

«Il protocollo di ricerca – ha spiegato Marika Pane, responsabile del team di ricerca della neuropsichiatra infantile del Gemelli – mira a delineare connessioni tra lo sport e la qualità della vita, e il benessere percepito, in un campione di adolescenti e giovani adulti affetti da disabilità intellettiva, che gareggiano in attività agonistiche. Vogliamo comprendere le possibili variazioni dalla fase precedente a quella successiva alla prestazione sportiva, al fine di stimare l’impatto della competizione e della performance di ciascun atleta». Il presidente di Special Olympics Italia Romiti ha rimarcato come «solo 50 anni fa le persone con disabilità intellettive venivano esonerate dalla pratica sportiva. Oggi queste stesse persone possono allenarsi con costanza e gareggiare in eventi nazionali e mondiali. Sono diventati atleti, protagonisti e promotori di un cambiamento che va anche oltre lo sport e che richiede una nuova analisi dei concetti di salute e di benessere».

Per Marco Elefanti le finalità dell’intesa «coincidono con la missione alla base della nostra Fondazione, di recente riconosciuta istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, e cioè la centralità delle persone, in particolare delle persone più fragili. Insieme a Special Olympics siamo certi che potranno essere raggiunti risultati di ricerca di cui potranno beneficiare non solo gli atleti che partecipano allo studio scientifico, ma tutte le persone con disabilità intellettive».

7 giugno 2017