“Spes contra spem”, la mostra degli studenti sui migranti

All’Oratorio del Caravita i lavori dei ragazzi del Liceo Ripetta sui “viaggi per la salvezza”. Un’iniziativa nata dopo una visita a due centri di accoglienza Caritas

Una mostra che parte da lontano e arriva nel cuore di Roma, grazie ai ragazzi del Liceo artistico statale Ripetta. Sono tanti i volti di questo progetto “Spes contra Spem – Il Viaggio per la Salvezza” che ritrae i migranti di cui sentiamo tanto parlare ma che fatichiamo a conoscere da vicino. Protagonisti, fino al 10 gennaio 2020, nell’Oratorio di San Francesco Saverio (via del Caravita 7) dove saranno esposti i quadri maturati dall’esperienza nata più di un anno trai banchi di scuola. «Sentivamo un’esigenza educativa da colmare: far conoscere ai ragazzi il fenomeno dell’immigrazione per affrontare un tema così importante e tanto sollecitato anche dai mezzi di comunicazione». A parlare è suor Mariarita Falco, insegnante di religione del liceo, trait d’union dell’iniziativa. «Ci siamo rivolti alla Caritas di Roma per organizzare un incontro; dopo i primi dialoghi in classe gli studenti erano pronti a far visita ai rifugiati e richiedenti asilo che sono ospitati qui a Roma, cosi è nata l’idea della visita a due centri di accoglienza dei migranti”. Il centro di accoglienza per uomini “Ferrhotel” e il centro Santa Bakhita per le donne ad Acilia, entrambi gestiti dalla Caritas.

Gli insegnanti raccontano lo stupore degli studenti quando sono entrati in contatto con la riservatezza delle persone che vivono in queste realtà. Quella riservatezza a cui forse non sono mai stati abituati nel mondo in cui vivono. Ma il loro messaggio è pieno di speranza. “Spes contra spem”, sperando contro ogni speranza: la celebre frase di Paolo di Tarso viene riletta nella mostra, con un incontro di speranza tra questi due mondi diversi che suscita una riflessione profonda. Come dice Sofia Pastogi (VD, sede Ripetta): «Ho pensato molto alla scelta di questo tema perché ogni tipo di attenzione a questa realtà credo sia necessaria per la società in cui viviamo, per comprendere e accettare. Spero che dando queste attenzioni si riesca a cogliere e accettare questa realtà». Valeria Mauro (stessa classe), la cui opera è stata scelta come locandina della mostra, parla di «un progetto molto importante per abbattere i pregiudizi, quell’odio senza fondamento. Dopo aver fatto questa esperienza provo rispetto: sono delle persone che cercano un futuro migliore».

I ragazzi hanno scoperto che non tutti migranti vogliono arrivare in Europa, molti preferiscono restare il più vicino possibile alla propria patria, per farvi ritorno non appena la situazione lo consenta. Come dice Emma D’Ascenzo della IV I (sede Pinturicchio): «La nostra opera è incentrata sui due tipi di viaggio dei migranti. Il primo è il viaggio della disperazione: il migrante che fugge dalla propria terra: l’altro è il viaggio di chi cerca un nuovo futuro, migra volontariamente in cerca di un futuro migliore».

Il progetto artistico è partito inizialmente con le classi di discipline pittoriche, a cui poi si sono aggiunte quelle di grafica. Tante voci che scuotono le coscienze anche perché a pronunciarle è la spontaneità dei giovani artisti. Colpiscono i quadri allestiti nella chiesa per la mostra, le immagini più suggestive forse le ritroviamo poggiate in quello che normalmente è un confessionale. Il messaggio è forte, un invito sotto gli occhi di tutti visitatori. Forse quando parliamo di migranti sarebbe necessario che anche noi ci affacciassimo a un confessionale. La mostra è visitabile dalle 10 alle 14.15 e dalle 16 alle 19; ingresso libero.

16 dicembre 2019