Si è spento il sorriso di Ezio Bosso

Compositore, pianista e direttore d'orchestra, aveva 48 anni. Colpito da una sindrome autoimmune e poi da una malattia neurodegenerativa, non ha mai abbandonato la musica: «È la mia salvezza»

Aveva 48 anni Ezio Bosso, compositore, pianista e direttore d’orchestra, nato a Torino il 13 settembre 1971, dal 20 giugno scorso cittadino onorario di Roma Capitale. Si è spento nella sua casa di Bologna. Operato nel 2011 al cervello per l’asportazione di un tumore, è stato colpito anche da una sindrome autoimmune. Nonostante la malattia, ha continuato a suonare, comporre e dirigere, fino a quando, nel settembre 2019, il peggioramento di una malattia neurodegenerativa lo ha costretto a interrompere l’attività di pianista, avendo compromesso l’uso delle mani. Allora aveva continuato a dirigere, «con gli occhi, con i sorrisi – raccontava -. Mando anche baci quando qualcuno ha fatto bene».

La musica, per Bossio, era un’amica, incontrata già all’età di 4 anni. «È un gesto d’amore – diceva nel febbraio scorso, ospite di “A sua immagine” -. La musica per me è vita: è una compagna sincera. È la mia salvezza, la nostra salvezza». Di più: «È una connessione fondamentale tra cielo e terra». La sua popolarità è esplosa nel 2016, quando fu invitato da Carlo Conti come ospite d’onore al Festival di Sanremo. Sul palco dell’Ariston eseguì “Following a Bird”, composizione contenuta nell’album “The 12th Room”, che dopo quell’esibizione, applauditissima, finì subito in classifica.

Tra gli eventi che lo hanno visto grande protagonista, l’omaggio a Claudio Abbado, nel gennaio 2019. “Grazie Claudio”: questo il titolo del concerto evento, a 5 anni dalla scomparsa del maestro. Bosso mise insieme cinquanta musicisti delle migliori orchestre del mondo per unirsi ai giovani talenti della European Union Youth Orchestra e agli amici della Europa Philharmonic Orchestra fondata da lui stesso, nell’auditorium Manzoni di Bologna, per ricordare in musica e amicizia il maestro Abbado. Nel giugno scorso, ancora una serata evento: “Che storia è la musica!”, sempre con l’Europa Philarmonic Orchestra, in prima e seconda serata su Rai 3, che la sera di Natale era tornata a ospitarlo con un altro concerto, dedicato a Cajkovskij  e Mozart. «La musica ci cambia la vita e ci salva – diceva -. La bacchetta mi aiuta a mascherare il dolore e non è una cosa da poco». A spingerlo, la convinzione che « l’arte e la bellezza sono contagiose: così cambieremo il mondo».

«Ciao  maestro. Ci hai insegnato ad amare la musica e a sorridere sempre», lo ricordano dall’Auditorium Parco della Musica in un tweet.

Anche il ministro per i Beni e le attività culturali Dario Franceschini lo ricorda come «un uomo profondo e generoso, un artista esplosivo capace di trasmettere la gioia di suonare e la passione per la musica. Sono molto addolorato per la scomparsa di Ezio Bosso: è un triste giorno per la cultura italiana che perde un grande interprete e compositore, un uomo straordinario che ha fatto della sua vita un messaggio di speranza e di forza».

15 maggio 2020