“Spelacchio” è morto

L’annuncio del Dipartimento Ambiente: il discusso abete di Natale di piazza Venezia «non ha le radici. Dopo le feste lo butteremo». La replica dalla Val di Fiemme: «Quando è partito da qui era in ottima salute»

Difeso dalla giunta Raggi come scelta di «stile e sobrietà», criticato dai romani, sbeffeggiato dai social di tutto il mondo, “Spelacchio”, l’abete rosso della Val di Fiemme piantato in piazza Venezia per festeggiare il Natale 2017, è “clinicamente” morto. Lo ha annunciato il Dipartimento Ambiente del Campidoglio: l’albero «non ha le radici. Dopo le feste lo butteremo». Stando a quanto dichiarato da Roma Capitale, «è la prassi. Nessuno degli alberi di Natale installati nelle piazze ha le radici: trasportare esemplari così alti e imponenti con le radici e le zolle comporterebbe costi spropositati e l’utilizzo di un macchinario speciale». Proprio per questo, «da sempre gli alberi di Natale sono recisi e dopo le feste vanno buttati. Nessuno è mai stato ripiantato».

Dalla Val di Fiemme la Comunità che da oltre 10 anni fornisce gli alberi di Natale alla città di Roma replica che «quando è partito da qui era perfetto. Gli alberi di Natale vengono selezionati secondo stringenti criteri estetici. Noi non puntiamo il dito contro nessuno ma qualcosa a quell’albero è successo. È evidente. Ha subito uno stress troppo grande». L’aspettativa infatti era che resistesse «tranquillamente» più di un mese. Fra i possibili “imputati” per la morte precoce di Spelacchio, anche la siccità che da diversi mesi ormai ha colpito tutta l’Italia, con piovosità ridotta al 50%, oltre a un trasporto probabilmente incauto. Ancora, i fornitori smentiscono che l’albero fosse destinato all’abbattimento e assicurano: «Quando è partito da qui era in ottima salute».

19 dicembre 2017

costato 48.677 euro, tre volte di più rispetto allo scorso anno