Sostenibilità, linea per presente e futuro

Mentre cresce la sensibilità, anche delle imprese, è necessario guardare alla creazione con uno sguardo contemplativo, consapevoli che «tutto è connesso»

Il tema della sostenibilità è ormai in cima alle priorità di tante imprese. È un tema di futuro ma anche di presente. Perché le scelte di oggi determinano in modo consistente l’evoluzione di domani. Se non si fanno scelte di sostenibilità ambientale e sociale per motivazioni intrinseche, certamente si è quasi costretti a farle a causa delle pressioni da parte dei consumatori, soprattutto i più giovani. In un’indagine realizzata negli Usa, l’83% dei giovani tra i 21 e i 34 anni si dice d’accordo con l’affermazione: «È molto importante che le imprese implementino programmi per migliorare l’ambiente». Tale percentuale scende al 66% per le persone tra i 35 e i 49 anni e al 62% tra i 50 e i 66. Nella stessa indagine il 75% dei giovani si dichiara pronto a cambiare le proprie abitudini per ridurre l’impatto dei consumi sull’ambiente, contro il 46% e il 34% delle altre due categorie.

inquinamento industrieEd è proprio negli Usa che mi sono trovata, pochi giorni fa, a presentare la Laudato si’ al comitato di sostenibilità di una grande corporation americana. Sono rimasta colpita dalla serietà con cui molte grandi imprese americane stanno affrontando il tema, ponendosi obiettivi ambiziosi, quasi come una sfida da raccogliere. Gli obiettivi nascono da dati e misurazioni di ciò che accade nelle imprese, da come la produzione viene realizzata alla gestione dei rifiuti, al grado di consapevolezza e di coinvolgimento dei dipendenti. I miglioramenti vanno nella direzione di una riduzione dei rifiuti, di riciclo e riutilizzo di materiali, di innovazioni. Nella corporation in cui sono stata, si è previsto che per il prossimo anno il 100% della spesa destinata a ricerca e sviluppo andrà nella linea della sostenibilità.

Di fronte a persone esperte di tutto il mondo, non ho ritenuto opportuno affrontare questioni tecniche della sostenibilità ambientale: ne sapevano molto più di me. Ho voluto lasciare due messaggi. Il primo era la necessità di uno sguardo contemplativo. Normalmente pensiamo che dobbiamo fare qualcosa per salvare il pianeta. In realtà dovremmo innanzitutto riconoscere che la natura sta custodendo la nostra vita, che madre terra, fratello sole, sorella luna, gli alberi, l’acqua, rendono abitabile il nostro pianeta. Solo a partire dal riconoscere tutto ciò e dall’essere riconoscenti, verso la creazione e (per chi ha fede) verso il Creatore, possono nascere azioni genuine nei confronti dell’ambiente.

Il secondo messaggio arriva dal n. 117 Laudato si’: «Tutto è connesso». Non possiamo pensare all’ambiente senza pensare ai poveri, agli esclusi, alle ingiustizie, perché tutto è collegato. L’attenzione nell’ascolto, le osservazioni ricevute, i commenti entusiastici, mi hanno fatto pensare che ciò che a volte a noi sembra scontato, appare nuovo in ambienti dove il pensiero cristiano è poco frequentato. C’è un tesoro che ha radici nella Bibbia, nel Vangelo, nella tradizione cristiana, di cui siamo custodi nei nostri vasi di creta, e che oggi qualcuno, anche inconsapevolmente, sta attendendo. È la bellezza e l’audacia dell’annuncio.

9 dicembre 2019