Sos Villaggi dei bambini in prima linea a Moria

Dopo l’incendio che ha distrutto il più grande campo profughi d’Europa, l’impegno per rispondere all’emergenza. Quasi 13mila migranti in rifugi di fortuna

L’incendio che ha distrutto il campo profughi di Moria, sull’isola di Lesbo, è la conseguenza del «trattamento inaccettabile verso bambini e famiglie che cercano disperatamente protezione e una vita migliore. È una conseguenza spaventosa del rifiuto dell’Unione europea di condividere la responsabilità per l’arrivo di migranti e rifugiati». A parlare è Steffen Braasch, Ceo di Sos Children’s Villages International. «Non possiamo ricostruire lo stesso sistema di condizioni disumane dalle ceneri di Moria – aggiunge -. Tutti coloro che sono stati colpiti dall’incendio hanno bisogno di accesso immediato a ripari, cure mediche, cibo, cure e aiuti psico-sociali. L’Ue deve tenere fede ai suoi impegni per i diritti umani, la protezione internazionale, la solidarietà e i diritti dei bambini».

Tra le quasi 13mila persone fuggite dal campo – che avrebbe potuto ospitarne al massimo 3mila – per salvarsi dalle fiamme, migliaia di bambini terrorizzati, molti dei quali per sentirsi più al sicuro trascorrono la notte nei cimiteri. Centinaia le famiglie costrette a dormire in strada, senza accesso a cibo, acqua potabile e cure mediche. 7 giorni dopo l’incendio che ha distrutto tende e container, divampato nella notte tra 8 e 9 settembre, la situazione resta disperata, denunciano da Sos Villaggi dei Bambini. L’organizzazione è intervenuta tempestivamente distribuendo coperte e materassi per aiutare i rifugiati ad allestire nuovi ripari di fortuna e sta tuttora collaborando con tutte le autorità competenti per valutare la situazione, con un’attenzione particolare per bambini e ragazzi, tra i quali moltissimi sono soli, senza nessun adulto di riferimento.

Questo disastro, denuncia George Protopapas, direttore di Sos Villaggi dei Bambini Grecia, «ha colpito persone che già soffrivano e vivevano in condizioni disumane. Le conseguenze e la portata della devastazione non sono ancora chiare. Ora più che mai – prosegue – dobbiamo stare accanto a chi è nel bisogno, specialmente ai bambini». Per questo l’organizzazione «rimane nell’area e continua a lavorare con le autorità locali e i partner per proteggere i bambini e fornire le cure che meritano».

Complessivamente in Grecia l’organizzazione sostiene circa 200 bambini ogni giorno, presso il campo profughi di Kara Tepe, non lontano da Moria, dove opera dal 2015. Il campo ospita più di 1.200 persone, 750 delle quali sono bambini. «Kara Tepe in particolare ospita i bambini più vulnerabili provenienti da Moria, quelli con disabilità fisiche o autismo, per i quali sono stati creati uno spazio ad hoc e Programmi di sostegno educativo e psico-sociale», riferiscono da Sos Villaggi dei Bambini, che gestisce anche centri diurni ad Atene, Creta e Salonicco.

In Italia Sos Villaggi dei Bambini ha attivato una raccolta fondi per supportare l’emergenza. Per donare: www.sositalia.it/incendiomoria.

17 settembre 2020