Solo lo spirito d’Amore rende la verità alla fede

La missione terrena di Gesù si svolge tra ripetuti “esodi”. Il cammino verso la Galilea passando per la Samaria, «per ricostruire il sogno e la giustizia della fraternità»

«Gesù venne a sapere che i farisei avevano sentito dire: “Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni” – sebbene non fosse Gesù in persona a battezzare, ma i suoi discepoli -, lasciò allora la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. Doveva perciò attraversare la Samaria». Così inizia il racconto del secondo viaggio di Gesù, nel Vangelo di Giovanni. Un viaggio che ha il sapore di un esodo, anche se sarebbe, di per sé, un ritorno in Galilea, dove aveva passato i suoi anni infantili e giovanili e dove aveva già compiuto il segno di Cana. Ma la ragione è data dal fatto che Gesù avverte la necessità di uscire, a causa di un’ostilità crescente nei suoi confronti, da parte dei Farisei. Si sentiva non gradito e forse anche un po’ a rischio a Gerusalemme.

La sua è una decisione avveduta che dimostra come la sua “ora” non fosse ancora arrivata. Quando arriverà, infatti, a farlo morire saranno proprio i capi dei Giudei e i sacerdoti, a Gerusalemme. Ma siamo ancora agli inizi della missione terrena di Gesù che dovrà svolgersi tra ripetuti “esodi”. «Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno ». Volendo raggiungere la Galilea, Gesù e i suoi discepoli decidono, però, di non passare per la strada usuale ai Giudei – che era quella della Transgiordania – ma di tagliare per Sicar, entrando, quindi, nella Samaria. Un paese diventato straniero per gli ebrei di Gerusalemme. Quando, infatti – qualche secolo prima – era stato ricostruito il Tempio, sembra che i samaritani, da tempo separati dai giudei, avessero chiesto di riunirsi ai loro fratelli nel culto comune all’unico Dio ma che ne erano stati impediti. Quella che poteva essere un’occasione di riconciliazione di una frattura antica e dolorosa era stata cinicamente sciupata. Fu allora che la Samaria costruì un santuario dove andava ad adorare il suo Dio.

Considerando le debite differenze, potremmo paragonare lo scisma tra l’Israele del Nord e quello del Sud a quelli delle nostre Chiese a loro volta divise tra cattolici, ortodossi e protestanti. Come noi anche loro avevano un unico Dio ma non riuscivano a restare uniti nel Suo nome per via di interessi politici, economici, dogmatici o di potere. Ed ecco, allora, il motivo di questo esodo di Gesù in terra di Samaria: un esodo di riconciliazione! Un viaggio per ricostruire il sogno e la giustizia della fraternità. Ed anche per rispondere al volere di Dio che non sopporta sentire il Suo Nome usato per coltivare l’inimicizia invece che per costruire la pace. Quando, infatti, la Samaritana dice a Gesù: «I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare», Gesù le risponde: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Ma viene l’ora in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità». Solo lo spirito d’Amore può rendere la verità alla fede.

25 ottobre 2021