Società iperconnessa, abusi e rischi del web

L’11 novembre alla Lateranense il convegno promosso dal Servizio diocesano tutela minori. L’obiettivo: offrire «strumenti concreti» e riferimenti a genitori ed educatori

Mettere a disposizione di genitori ed educatori «strumenti concreti» e offrire «dei riferimenti su Roma dove abbiamo esperti che sono delle eccellenze». Questo lo scopo del convegno “Buon uso o abuso del web”, in programma per sabato 11 novembre, dalle 9 alle 13, alla Pontificia Università Lateranense. Ad illustrarlo è Vittoria Lugli, referente del Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili e coordinatrice del Lazio, che auspica che «possano nascere delle condivisioni proficue», nella consapevolezza che «le regole sono sempre fondamentali, pure nell’uso degli strumenti digitali» specie quando sono nelle mani dei più piccoli.

Anche Gabriele Sani, direttore dell’Uoc di Psichiatria clinica e d’urgenza del Gemelli, sottolinea «l’importanza di convegni come questo» perché «in una società sempre più iperconnessa» aiutano a «comprendere che tale iperconnessione» non equivale automaticamente e sempre a «patologia». Sottolinea infatti come i più giovani «sono affamati di relazioni, e questo è fisiologico», Federico Tonioni, docente di Terapia della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva e di Prevenzione, trattamento, riabilitazione e inserimento delle persone affette da dipendenza all’Università Cattolica di Roma, spiegando che oggi «la comunicazione digitale media queste stesse relazioni». Lo psichiatra e psicoterapeuta – uno dei relatori del convegno cui prenderanno parte anche la psicoterapeuta Gianna Autullo, la giornalista e scrittrice Gianna Garassini e Carlo Di Noto, direttore di Meter Onlus – fa notare che bambini e ragazzi «osservano e assorbono quello che noi adulti facciamo e vi attribuiscono un valore» pertanto richiama l’attenzione in primo luogo di genitori circa l’uso dei sistemi digitali, convinto che «la responsabilità non possiamo darla ai giovani» che invece, fatta salva la necessaria «distinzione tra quantità e qualità», mediante l’uso dei social e dei mezzi di comunicazione digitale «apprendono in modo nuovo e appassionante contenuti che non necessariamente devono essere legati all’idea di sacrificio».

L’esperto mette poi in luce il fatto che «il web comporta dei rischi» ma tiene ad evidenziare che «i bambini e i ragazzi a rischio sono quelli con una bassa autostima di loro stessi», autostima che deriva e dipende «dall’esperienza di sentirsi amati anche e soprattutto quando si deludono le aspettative»; per cui, tra i più giovani, desiderosi di «sentirsi riconoscere un valore», è a rischio chi «risulta fragile» ma «fragili sono anche i genitori» quando costruiscono con i figli delle relazioni «improntate sul controllo invece che sulla fiducia». Per Tonioni è necessario «ascoltare i ragazzi» perché «i figli hanno bisogno di chi è in grado di proporre limiti e regole per innescare su un piano di simmetria una trattativa con loro», al fine di «raggiungere un compromesso». L’indicazione dell’esperto è di «provare a fare pensieri nuovi» senza «rimanere fermi al pregiudizio che crea sempre e inevitabilmente una distanza».

6 novembre 2023